Silvano, da mezzo secolo al servizio della Croce Rossa 

La storia. Al centralino meranese risponde l’ottantenne Rossi, da una vita nel volontariato «Una volta guidavo l’ambulanza, oggi sono operativo nel weekend. La stanchezza? Non la sento»


Sara Martinello


Merano. Fra pochi mesi compirà ottant’anni, ma non smette di dedicarsi con passione al volontariato nella Croce Rossa meranese. Silvano Rossi ha festeggiato l’altra sera, insieme ai colleghi del comitato altoatesino, i cinquant’anni di servizio nell’associazione fondata nel 1864 a Milano. Un traguardo che però sembra non fermare lo slancio di Rossi, deciso a proseguire il proprio impegno come centralinista finché gli sarà possibile.

Mezzo secolo di volontariato.

Oggi Silvano Rossi abita a Bolzano, e nel finesettimana si sposta a Merano, nella sede di via Goethe. Per fare due turni: quello del sabato, dalle 19 alle 7 del mattino seguente, e quello della domenica, dalle 7 alle 19. Praticamente un turno unico. «Ma non sento la stanchezza», sorride il volontario. Chiamarlo “anziano” è difficile, vista l’attività in cui è impegnato. «Ho iniziato a Bolzano – racconta – nel 1969. Ma per lo sgarbo di un collega del tempo preferii spostarmi a Merano, nel 1973. Allora eravamo una decina e avevamo la sede vicino alla stazione, e poi sotto la caserma dei carabinieri. Ora siamo circa trenta e condividiamo la sede con la Croce Bianca, nella palazzina di via Goethe rimessa a nuovo pochi anni fa».

Una doppia vita.

Mentre nella vita di tutti i giorni si occupa di gestire il servizio di smistamento delle merci che dalla stazione ferroviaria di Bolzano dovevano essere portate alle Poste e di svuotare tutte le cassette della posta disseminate per il capoluogo, Silvano Rossi continua a prestare servizio nella Croce Rossa meranese. «Per un periodo – prosegue – ho guidato l’ambulanza, allora si usava un van Volkswagen di quelli col parabrezza diviso in due. E bastava la patente B. Facevamo trasporti, ma intervenivamo anche in caso di incidenti stradali. Con l’avvento del 118 la nostra attività si è concentrata di più sui primi. Ricordo ancora di una signora che dal Tappeiner doveva essere portata alla clinica universitaria di Innsbruck per un’operazione al femore: ce la portai io, che sono bilingue, e la aiutai a superare quel momento parlando coi medici austriaci. Qualche mese più tardi la ritrovai nel reparto di fisioterapia di Merano, mi ringraziò di cuore. Le risposi semplicemente che avevo fatto il mio dovere».

La vita comincia a 65 anni.

Ma più che di dovere, qui si può parlare di vocazione. Perché anche dopo aver compiuto i 65 anni Silvano Rossi non ne vuole sapere di smettere. «Col compimento dei 65 anni non si poteva più guidare l’ambulanza. Quindi nel 2004 ho iniziato a prestare servizio interno come centralinista, sempre a Merano. Si tratta di convogliare le richieste d’aiuto alla centrale dei trasporti per pazienti in dialisi, per visite mediche o per prenotazioni di viaggi come quelli verso la clinica universitaria di Innsbruck o al 122, il numero per le emergenze».

Silvano Rossi, coi suoi cinquant’anni di storie e di ricordi della Croce Rossa altoatesina, oggi risponde per 24 ore, ogni finesettimana, a chi ha bisogno. «Lo faccio perché mi piace poter essere d’aiuto alla popolazione», spiega, con la semplicità di quei cinquant’anni di straordinaria abnegazione.













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