L'INTERVISTA MATTHIAS PRIETH 

Un’opera d’arte  fatta con i rifiuti «Raccolti mentre vado al lavoro» 

La performance. Ogni giorno da Rifiano a Merano con la cargobike: «Con le immondizie abbandonate realizzerò un’installazione a forma di punto di domanda per risvegliare le coscienze. Ma rischio una multa» 


jimmy milanese


RIFIANO/merano. Da Rifiano, un filo conduttore che lega il poliedrico Matthias Prieth ai grandi artisti che intendevano l'arte come strumento di contestazione verso l'arte stessa e del suo mondo circoscritto a pochi eletti. Esempi? “Fountaine” di Marcel Duchamp, ormai oltre cento anni fa, opera spartiacque dell'arte contemporanea e critica feroce al sistema di valutazione economica d'arte. Ma anche l'irriverenza dell'arte performativa di Marina Abramović e del compagno Ulay i quali dopo dodici anni di relazione si dissero addio al centro della muraglia cinese raggiunta partendo dagli estremi opposti. Oppure, il recente colpo gobbo di Bansky che mette all'asta da Sotheby's un quadro il quale si autodistrugge sul colpo di martello che lo aggiudica per 1,4 ml di sterline!

Punto interrogativo.

E da Rifiano, appunto, anzi, da una frazione, Vernurio, Matthias Prieth ha deciso - con tutte le proporzioni del caso - di dare il suo di colpo alla società, con un semplice “Punto di Domanda”.

«La mia idea è costruire un Punto di Domanda in metallo alto due metri, riempirlo con semplice immondizia e piazzarlo nel centro di Merano», spiega Prieth. Immondizia trovata nel tragitto che Matthias ogni giorno fa da Rifiano fino a Merano sulla sua cargobike: una bicicletta elettrica ricavata dalla trasformazione di una vecchia bici. Per una azione provocatoria al fine di «far vedere alle persone quanta immondizia si trova nella natura», sottolinea l'artista.

Raccolta fondi.

Il problema, a quanto pare, ed è qui che si innescano quelle contraddizioni che riportano l'arte di Prieth alla grande corrente dei contestatori che hanno attraversato trasversalmente il secolo scorso, sta tutto in una normativa vigente che sembrerebbe vietare il trasporto di rifiuti da un comune ad un altro. «Mi hanno spiegato che se butti via una bottiglia di plastica a Rifiano, quella è competenza del Comune di Rifiano, e se la porto a Merano rischio una sanzione, anche se materialmente non sono stato io a gettare per terra quell'oggetto, ma piuttosto lo raccolgo e lo trasformo in arte», spiega Prieth.

In punta di legge, l'azione di Prieth - per la quale è stata indetta una raccolta fondi che porti a quei 3000 euro necessari per coprire i costi - potrebbe risultare cara all'artista originario di Nova Levante. Quel “Punto di Domanda” che nella idea di Prieth dovrebbe simboleggiare l'interrogativo su chi sia responsabile della immondizia che tutti noi produciamo, rischia di riprodurre un conflitto caro a molti artisti. Ovvero, quella incomprensione, quel contrasto tra arte e politica che spesso si è tradotto in scontro. «Sia chiaro, la mia arte non si riduce a riciclare oggetti, perché in questo modo io vorrei solo risvegliare le coscienze, anche se qui il rischio è che io prenda una multa non data a chi colpevolmente butta oggetti per la strada».

Dalla musica alla Aktion Kunst.

Classe novanta, a sei anni inizia a suonare, un passato nel mondo del punk, oggi apprezzato cantautore capace di cantare «con la lingua nella quale penso nel posto in cui mi trovo», Prieth da sempre è appassionato delle tematiche che mettono al centro le falle della convivenza, ma solo da poco ha scoperto come forma espressiva la cosiddetta “Aktion Kunst”.

«Questa è la mia prima azione in pubblico, sono arrivato qui perché questo è un modo per essere in strada, essere toccabile, così puoi parlare con la gente, puoi discutere, io che non sono artista d'atelier, anche perché non ho i soldi per pagarmi uno studio in Alto Adige», sottolinea Prieth.

Tante idee.

Molte altre le azioni in mente, mentre fino al 25 settembre, giorno in cui il “Punto di Domanda” verrà presentato in città, Prieth si farà i quasi 15 chilometri che dividono casa sua dal posto di lavoro da assistente sociale a Merano con la sua bici artigianale sulla quale verranno caricati i rifiuti necessari per la realizzazione della sua prima opera.

«Per il futuro ho in mente di mettere una porta in piazza e ramazzare tutto il giorno, oppure vorrei costruire un mondo di metallo e riempirlo anche quello di immondizia, ma anche mettermi lì un giorno intero a ricucinare la stessa zuppa, per indicare con un dito l'egoismo che regna nel mondo».

Una contestazione che potrebbero innescare uno scontro con la politica locale alla quale Prieth si è recentemente avvicinato, forse con un colpo gobbo come quello di Maurizio Cattelan, il quale nel 1999 organizzò una biennale ai Caraibi con tanto di inviti e catalogo senza che alla fine l'evento esistesse realmente.

Politica.

«Sono sulla lista dei Verdi alle prossime elezioni comunali - conclude Prieth - ma non sono nel partito dei Verdi, perché voglio vedere da dentro i motivi per i quali la politica non ha riguardo per i giovani, perché è fatta da anziani, in quanto siamo noi giovani a dovere vivere il mondo per i prossimo 40 anni e mia figlia per i prossimi 70, allora non voglio chiudere gli occhi e limitarmi a fare arte, ma vorrei dare una occhiata a cosa succede nella stanza dei bottoni».













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