Un progetto a misura di bimbo A Sluderno un asilo da archistar 

Costruire. Lo studio Roland Baldi vince la Menzione d’onore al premio Architetto dell’anno 2020 indetto dall’Ordine La scuola materna offre spazi multiuso ed è un luogo d’incontro inserito nel contesto, nel segno della sostenibilità



Sluderno. Ancora un successo per il progetto della scuola materna di Sluderno: pochi giorni fa lo studio bolzanino Roland Baldi Architects è stato insignito della Menzione d’onore dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, nell’ambito del “Premio Architetto dell’anno 2020”.

Già vincitore dell’Iconic Award 2020 e del Bigsee Wood Design e finalista del Costructive Alps e del Geplant+Ausgeführt, secondo la giuria il progetto firmato da Roland Baldi con la collaborazione di Harald Kofler, Sila Giriftinoglu, Elena Casati e Carlo Scolari «si inserisce con precisione nel contesto, con particolare attenzione alla scelta dei materiali sia all’interno che all’esterno. Tutto è sapientemente proporzionato e disegnato: dallo spazio centrale, luogo di incontro aperto a più usi, agli spazi della didattica».

Il premio.

L’edizione di quest’anno della Festa dell’Architetto era dedicata interamente al tema della scuola, per sottolineare il bisogno di architettura e per non perdere l’occasione storica di dare al nostro paese strutture scolastiche a misura di bambino e di ragazzi. Le cerimonia di premiazione doveva inizialmente avvenire nella Sala del Tempio di Adriano, a Roma. L’emergenza sanitaria, però, ha costretto gli organizzatori a rielaborare l’evento in un percorso interattivo online.

Tre le menzioni d’onore assegnate nell’ambito del “Premio architetto italiano 2020”: oltre che alla “Scuola Materna Sluderno” sono state attribuite alla “Riqualificazione della scuola media Giovanni Pascoli”, di Torino, seguita dall’architetta Silvia Minutolo con lo studio Archisbang e Area Progetti, e alla scuola comprensiva di Sant’Albino, a Montepulciano, degli architetti Roberto Vezzosi, Carlos Machado e Moura e Luis Pereira Viana. Il Premio “Architetto italiano 2020” è stato assegnato all’opera “H – Campus”, a Roncade, dello studio Zanon Architetti Associati. Per il “Giovane talento dell’architettura italiana 2020” a essere premiata è stata la “Scuola con alloggi a Nosy Be, Madagascar”, dello studio Aut Aut Architettura, con capogruppo l’architetto Edoardo Capuzzo Dolcetta. Fatto interessante è che accanto a quelli tradizionali è stato istituito anche il premio speciale “(Ri)progettare la scuola con le nuove generazioni post Covid-19”, con due Menzioni d’onore assegnate ai progetti “Scuola come Civic Center” degli architetti Sergio De Gioia e Fabrizio Michielon di Mide Architetti e a “100 Blocks” degli architetti Alessandro Cacioppo e Paola Damiani.

Per la promozione della qualità progettuale architettonica italiana, una selezione dei progetti che hanno partecipato ai premi confluirà nello Yearbook, pubblicazione con l’obiettivo di diventare una delle più complete raccolte nazionali e internazionali di architettura italiana e che viene distribuita in Italia e nelle più importanti manifestazioni internazionali alle quali partecipa il Consiglio nazionale degli architetti.

Il progetto.

Il concorso per la progettazione della scuola materna era stato bandito dal Comune nel 2011. Nel 2018 la conclusione dei lavori, un processo piuttosto lungo a causa delle vicissitudini politiche del paese ma che così ha permesso allo studio di architetti di adattare via via il progetto agli impulsi della pedagogia più recente, che reca un’importante impronta anglosassone. Ne sono risultati circa mille metri quadri per tre sezioni, con un grande atrio e una sala polifunzionale. «Un tempo a ogni spazio si faceva corrispondere una specifica funzione. Oggi invece l’uso degli spazi è molto più fluido», spiega Baldi. È un progetto sostenibile ed ecologico nei materiali – della costruzione e degli arredi – e nell’impiantistica, ad esempio nella coibentazione. Interamente in legno, il tetto verde a falde, diventa un esempio chiaro della possibilità di costruire, sì, ma nel rispetto dell’ambiente e di chi abiterà quegli spazi. Non solo: a proposito dell’interazione col contesto urbanistico, l’architetto ci rivela che «in studio abbiamo discusso a lungo del materiale da impiegare per la facciata, rivestita in listelli di legno. Accanto alla scuola materna troviamo le elementari, il municipio, la casa di riposo, tutti edifici di una certa età e intonacati. Quindi abbiamo optato per un volume intonacato, anche se con un intonaco un po’ “grezzo”, che lasciasse intravedere il legno nelle parti scavate». S.M.













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