L'INTERVISTA leonardo pellissetti 

«Val Venosta, l’identità italiana si salva anche con la cultura» 

Il Circolo culturale attivo da Resia a Merano. Il presidente traccia bilancio e rotta: «Sempre coinvolti i diversi gruppi linguistici» È affiancato al vertice del club da Pietro Zanolin e Renato Gallo


DORETTA GUERRIERO


SILANDRO. Con il successo del film “Il dominio della lacrima” di Manuel Koch, regista di Silandro, il Circolo culturale Val Venosta, che lo ha sostenuto fin da giovanissimo, ha registrato un’ennesima soddisfazione. Unica associazione culturale in lingua italiana che copre tutta la valle, opera sul territorio - fra Resia e Merano - da ben 42 anni.

Lo storico presidente Leonardo Pellissetti, insieme ai suoi più stretti collaboratori - Renato Gallo di Silandro e Pietro Zanolin di Prato allo Stelvio - fotografano in maniera dettagliata la situazione del club.

Professor Pellissetti, 42 anni di attività ininterrotta e sempre vivace. Secondo lei a cosa si devono il riscontro e la stabilità di un'associazione culturale in lingua italiana, in una valle dove l'italianità di anno in anno sembra assottigliarsi sempre di più?

Lo si deve principalmente al fatto che vi è sempre stato uno scambio culturale con il gruppo linguistico tedesco. Inoltre, con le attività proposte durante questi anni, teatro in valle e poi con trasporto gratuito al Puccini di Merano, e ancora cineforum, mostre, concerti, conferenze, gite di istruzione, si è riuscito sempre a coinvolgere un buon numero di persone di ambedue i gruppi linguistici e anche ladine. Iniziative svolte sempre con il sostegno dell'assessorato all'istruzione in lingua italiana, del Teatro Stabile di Bolzano e con il contributo della Cassa di Risparmio di Silandro e la Cassa Rurale.

Come è nato il Circolo Culturale?

L'idea di istituire un'associazione culturale è stata, nel 1977, della professoressa Giuseppina Simonetti insieme al Vanda Carbone allora insegnante a Silandro e poi attiva in politica. Solo per pochi anni perché dopo il trasferimento di Simonetti il testimone è passato a me. La prima seduta che ho presieduto con tanto di verbale risale a mercoledì 14 gennaio 1981, dove oltre a nominare un nuovo direttivo si erano programmate anche le attività annuali.

Quali linee guida ha seguito nell’interpretare il ruolo di presidente?

Prima di tutto la disponibilità perché vivere in Val Venosta richiede un forte impegno. Per integrarmi positivamente nella valle ho fatto l'allenatore di calcio, e il collaboratore per il quotidiano Alto Adige che mi ha dato la possibilità di incontrare e relazionare con tantissime persone. Mi ha aiutato il mio lavoro, essere un professore di italiano in un liceo di lingua tedesca ha fatto in modo che potessi coinvolgere i ragazzi nelle varie proposte culturali e di conseguenza anche le famiglie.

In tanti anni di attività ha mai pensato di cedere il suo posto?

Sinceramente sì, ma tutti i soci hanno sempre ritenuto più opportuno lasciarmi questo incarico. Devo ammettere che in tutti questi anni di presidenza ho avuto dei momenti per così dire un po' “faticosi”, ma per fortuna Renato Gallo mi ha fatto da spalla sostenendomi sia a livello organizzativo sia personale.

Quale è la ragione principale che lo impegna continuamente nel Circolo?

Naturalmente la cultura, perché secondo me “La cultura è una profonda riflessione sull'esistenza”

Ci rivolgiamo ora a Renato Gallo. A detta del presidente lei è la sua spalla, quali motivazioni l’hanno indotto a far parte dell'associazione e di che cosa si occupa?

Sono entrato nel Circolo negli anni '80, prima di tutto per l'aspetto culturale che è certamente un canale importante per lo spirito aggregazione, poi perché conoscevo già il presidente e mi attirava soprattutto l'attività teatrale con la possibilità di raggiungere Merano con il pullman, in special modo durante la stagione invernale. Ma anche per tante altre interessanti iniziative. Mi occupo della parte amministrativa del Circolo, al tesseramento e insieme a Pietro Zanolin di Prato allo Stelvio anche l'organizzazione degli eventi.

Ha tirato in causa un altro motore dell’associazione, entrato a far parte della squadra da pochi anni. Zanolin, lei si è messo subito in gioco.

Ho cominciato a collaborare nel 2012 ed è stato proprio il presidente Leonardo Pellissetti a convincermi a tesserarmi e andare a teatro. Premetto che già mia figlia aveva imparato ad amare ed apprezzare il teatro proprio con Pellissetti. Sono fermamente convinto nell'incontro tra culture diverse nel vivere concetti comuni di convivenza, specialmente nelle valli, che per la loro peculiarità contribuiscono di più allo spirito di aggregazione, cosa che non sempre avviene nei grandi centri.

In futuro come si muoverà l'associazione?

Attualmente stiamo dando un input al Circolo con una nuova organizzazione perché la zona che abbraccia è molto estesa, con più di quaranta iscritti, cercando di coinvolgere più persone sul territorio specialmente per quanto riguarda il tesseramento. Naturalmente nel Circolo operano altre persone e il direttivo.

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