Valanga uccide madre e figlia 

Facevano parte di una comitiva di nove germanici. La slavina aveva un fronte di 100 metri


di Ezio Danieli


CURON VENOSTA. Hanno disatteso tutte le raccomandazioni della vigilia e le previsioni del bollettino provinciale delle valanghe che annunciava per la giornata di ieri pericolo marcato 3. Il tempo, pessimo fin dal mattino, sconsigliava di mettersi in cammino. Ma una cinquantina di persone di nazionalità germanica ha voluto mettersi in moto ugualmente. Un gruppo appartenente a uno sci club è stato investito da una valanga: sono rimaste uccise madre e figlia, rispettivamente P.T. di 45 e M.T. di11 anni, provenienti da Ludwigsburg, cittadina del Baden-Württemberg.

Due erano i gruppi sulla scena della tragedia, ognuno per conto suo. Volevano raggiungere la zona del Watles dalla Malga di San Valentino. A quanto pare avrebbero provocato loro stessi una valanga che, verso le 14 di ieri, ha travolto le nove persone sotto il Seeköpfl nel comprensorio sciistico di San Valentino/Belpiano,poco lontano dalla stazione intermedia della cabinovia. I nove componenti dello sci club germanico in ferie nella zona dell'Alta Venosta, è stato investito dalla massa nevosa staccatasi dalla zona dove non ci sono più alberi. A quanto sembra erano tutti fuori pista ad una quota di circa 2100 metri. La slavina, con un fronte di almeno un centinaio di metri, ha travolto in pieno la compagine di scialpinisti. Cinque sono riusciti da soli a liberarsi dalla morsa delle neve, altri due sono stati liberati dai soccorritori, accorsi da Tubre e da Resia, e sono stati portati in salvo.

Ma due persone mancavano all’appello. Dopo quasi un'ora di duro lavoro, svolto in condizioni limite per il fortissimo vento - le raffiche superavano i 100 chilometri orari - e per la neve che continuava a cadere, il personale di soccorso ha estratto dalla neve una donna e una bambina. Erano madre e figlia di 11 e 45 anni, entrambe residenti in Germania. Il padre, l'unico che aveva l'Arva al seguito, le ha localizzate. I soccorritori, giunti sul luogo della disgrazia, le hanno trovate subito dopo. Erano sepolte sotto un metro di neve. Erano già in gravi condizioni. Dopo tentativi di rianimarle già nella zona dell'Haideralm, le due con l'apposita slitta dei carabinieri sono state portate alla stazione a valle della seggiovia dove il personale della Croce bianca le ha sottoposte a rianimazione. A spirare per prima è stata la giovane. Per la madre è stato deciso il trasferimento all'ospedale di Silandro dove, mezz'ora dopo il ricovero, la donna ha cessato di vivere. «Estrarle vive era già stato un miracolo» ha detto Tobias Folie del soccorso alpino del Cai di Tubre ». Ma purtroppo lo sforzo dei soccorritori non è stato premiato come avrebbe meritato.

Sul posto hanno lavorato anche gli uomini del soccorso dell'Avs di Malles Venosta e tre medici che hanno tentato il tutto per tutto per evitare che le due donne morissero. Erano un centinaio le persone che hanno operato a lungo in condizioni meteo proibitive. Nevicava abbondantemente e soprattutto spirava un vento fortissimo. Sul posto hanno agito il soccorso alpino della Alta Venosta, la Croce bianca e i carabinieri, mentre l'intervento dell'elisoccorso è stato respinto dal meteo. L'accesso al luogo della valanga in Alta Venosta è stato infatti reso estremamente difficile dalle avverse condizioni atmosferiche. A causa della visibilità molto ridotta sia i due elicotteri del 118 altoatesino, Pelikan 1 (che ci aveva provato con i visori notturni) e Pelikan 2, che quello dell'Aiut Alpin Dolomites non hanno potuto raggiungere la località. Per evitare ulteriori distacchi di valanghe è stato vietato l'utilizzo delle motoslitte. I soccorritori e i carabinieri si sono spostati con le pelli di foca e le ciaspole.

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