Vallelunga «salvata» dai paravalanghe 

Schuler: le opere di protezione hanno evitato danni pesantissimi e tutelato le persone. La strada rimane ancora bloccata


di Ezio Danieli


CURON VENOSTA. Il giorno dopo in Vallelunga. Dalla località Caprone, neanche a metà della vallata, la circolazione è ancora bloccata dai cumuli di neve. Il pericolo di valanghe rimane elevato: ieri il relativo bollettino indicava in 4 il livello di allerta. Un po' meno di martedì quando era di 5, il massimo della scala prevista. Le 160 persone evacuate sono ospiti delle strutture ricettive di San Valentino alla Muta e dei dintorni dopo essere state sistemate nel centro allestito dalla protezione civile al Sonnenhof della località dell'Alta Venosta. «La situazione sta tornando gradatamente alla normalità - dice il sindaco di Curon Heinrich Noggler - e gli evacuati stanno tutti bene. Nessuno di loro si è lamentato. Anzi: hanno avuto parole di elogio nei confronti di tutti coloro che hanno operato per portarli lontano dai pericoli».

Noggler ha ieri mattina ha seguito i lavori di sgombero della strada che da Curon porta a Melago.«Sono entrati in azione uomini e mezzi che hanno liberato l'arteria da una vera e propria montagna di neve. Si è lavorato a lungo ed in condizioni spesso difficili. A mezzogiorno la strada era aperta fino alla località Caprone dove gli operai ed i mezzi si sono trovati davanti ciò che rimaneva della casetta abbattuta da una slavina. La casa ha avuto i piani superiori spazzati via letteralmente dalla massa nevosa. Le persone che la abitavano erano a piano terra che guardavano la televisione. Sono riusciti a salvarsi proprio per questo. Togliere tutto il materiale caduto sulla casa, vi sono anche diversi alberi, richiederà parecchio tempo. Penso che la strada verso Melago possa essere riaperta nella giornata di domani (oggi per chi legge, ndr)».

Helmuth Eller di 35 anni e la mamma di 70 anni, i due scampati miracolosamente alla valanga che ha colpito la loro casa, sono ospiti a San Valentino assieme ai turisti e al personale degli alberghi sfollati. C'è chi però non ha voluto lasciare la Vallelunga sepolta dalla neve malgrado il pericolo. È la famiglia Folie, titolare della pensione Ferienheim. «A noi tre si sono aggiunti i parenti perché la loro casa non era sicura. Ci scaldiamo e cuciniamo con la stufa. Legna e cibo per fortuna non ci mancano. Siamo barricati in casa - ha dichiarato Irene Folie - obbedendo agli ordini del sindaco e speriamo che la strada possa essere riaperta al più presto. È una situazione difficile da gestire. La quantità di neve caduta è del tutto eccezionale. Siamo abituati all'inverno ma oltre due metri di neve erano tanti anni che non si vedevano. E poi c'è il pericolo di valanghe che incombe».

L'assessore provinciale alla protezione civile, Arnold Schuler, commentando la situazione ha detto che «le forti precipitazioni nevose dei giorni scorsi hanno confermato l'utilità e l'efficacia delle opere di protezione realizzate sul territorio, in maniera particolare a Vallelunga. Senza di esse, e senza il lavoro del Servizio forestale per la tutela dei boschi, i danni sarebbero sicuramente stati molto maggiori».

Negli anni l'Ufficio provinciale sistemazione bacini montani ovest ha portato a termine tutta una serie di opere in grado di tutelare edifici e persone nel territorio comunale di Curon Venosta: dei pontili d'acciaio, per un tratto di 3 chilometri sul Monte Curon, impediscono il distacco delle valanghe sopra l'abitato, la medesima opera (ma questa volta per 3,5 chilometri) è stata realizzata a Melago per la valanga Wies, sempre a Melago è anche presente un argine nel vallone sopra l'abitato, e altri argini sono stati eretti a Malsau e a Pedross, all'inizio della Vallelunga.













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