Addio Christine Bauhofer anima e cuore flamenco 

Lutto nel mondo culturale. La nota danzatrice e cantante si è spenta nella notte di lunedì Aveva 60 anni. Il ricordo degli amici musicisti, da Maffei e Cappelletto a Franz Zanardo


Daniela Mimmi


Bolzano. Viveva al massimo, Christine Bauhofer. Un po’ perchè amava con passione la musica e il ballo, e un po’ perchè sapeva, forse, che il suo tempo era breve. Dopo 7 anni di battaglia contro il cancro, lunedì notte Christine ha perso la sua battaglia. Aveva 60 anni. Musicista, cantante (ha studiato anche canto lirico all’Istituto Monteverdi), ballerina, dava il massimo in ogni cosa che faceva, con tenacia e determinazione. Sui social amici, conoscenti e semplici affezionati, tutti la ricordano con affetto. Non solo come musicista, ma anche come insegnante.

Ha fatto la maestra elementare alle Scuole Longon dove, in anni pionieristici di bilinguismo precoce, ha insegnato tedesco in compresenza. «Un esperimento coraggioso che ha dato i suoi frutti – dice Chiara Rabini, neoassessora della giunta Caramaschi – Mia figlia è stata sua allieva per due anni, in prima e seconda elementare. Era una brava insegnante, molto apprezzata e molto amata dai bambini, perchè insegnava con grande passione. Da allora siamo sempre state in contatto. Poi però è andata in pensione». Infatti Christine era appena andata in pensione. Adesso avrebbe trovato il tempo per dedicarsi alle sue innumerevoli passioni, a cominciare dal flamenco. Avrebbe potuto andare in Spagna molto più spesso a fare i suoi corsi. Avrebbe potuto cantare e danzare molto più spesso con i suoi tanti gruppi, come Mirada Libre e il duo con il chitarrista udinese Michele Pucci. E avrebbe portato avanti il suo coraggioso progetto su Janis Joplin.

Daniele Ravagnani, suo compagno di vita e di musica, è stato con lei finché ha potuto. «Era al reparto di Cure Palliative. Devo dire che sono stati molto bravi e l’hanno aiutata. Sono contento che non abbia sofferto, praticamente si è addormentata. L’ho vista l’ultima volta lunedì mattina. Non sembrava che stesse male. Poi la notte, a mezzanotte e mezzo, è morta. E io non sono potuto essere con lei, per le regole imposte dalla pandemia». Christine e Daniele erano insieme da ormai 7 anni. Lui adesso è un po’ stordito, ma resta lucido. «Christine ha smesso di soffrire e di combattere. Penso che ormai non ce la facesse più. Anche se lei era sempre positiva, tenace, una vera combattente. Tutti sapevamo cosa aveva, ma lei non ha mai fatto pesare la sua condizione, soprattutto ai colleghi. Ha continuato a cantare e a ballare il suo flamenco finchè le forze glielo hanno consentito».

Due mesi fa era sul palco dell’Hotel Terme di Merano con i suoi Mirada Libre. Accanto a lei c’erano Marco Dalle Luche al piano, Matteo Scalchi al contrabbasso, Daniele Ravagnani alle percussioni e Cristiano Giongo alle chitarre. «Christine ha cantato e ballato come se stesse bene – dice Giongo, - ma noi sapevamo bene che non era così, perché sapevamo tutti da tempo la battaglia che stava combattendo e ci chiedevamo come facesse. L’ho sempre ammirata per la sua forza e la sua determinazione, per la passione che metteva in ogni cosa che faceva. Voleva sempre fare cose nuove, aveva sempre nuovi progetti. Come quello con le canzoni di Janis Joplin. Purtroppo abbiamo fatto solo due serate alla Fondazione Cassa di Risparmio. Domenica scorsa avremmo dovuto suonare all’Hotel Laurin. Una decina di giorni fa abbiamo fatto le prove. Poi a metà settimana ci ha detto che non poteva venire, così abbiamo dovuto sostituirla. L’ultima volta che l’ho sentita è stato a un concerto strepitoso al Biogarten di Naturno, in trio con Michele Pucci alla chitarra e Daniele Ravagnani alle percussioni. Ha dato il massimo fino all’ultimo momento. Come faceva sempre».

Christine ha avuto anche una relazione piuttosto lunga con Giorgio Cappelletto. «Ci conoscevamo già da ragazzini, poi all’inizio degli anni Novanta abbiamo messo su un trio che si chiamava Corde Vocali. Facevamo musica etnica e sudamericana. In quel periodo è nata la passione di Christine per il flamenco e appena poteva volava in Spagna a fare corsi. È stata lei a fare conosce e amare il flamenco a me e Manuel Randi. Poi la nostra storia è finita, credo fosse il 2001 o 2002, ma ogni tanto ci sentivamo per telefono. L’ultima volta che l’ho sentita è stato un paio di settimane fa. Mi ha detto che era tutto sotto controllo. È sempre stata una donna tosta, che nella vita ha sempre lottato, che si è guadagnata con fatica tutto quello che ha ottenuto. Era una donna onesta e corretta e una deliziosa compagna di vita. Inoltre era una grande intenditrice di vini. È stata a farmeli conoscere ed apprezzare».

Christine non ha mai suonato con Franz Zanardo, ma sono sempre stati amici. «L’ambiente musicale bolzanino è ristretto, per cui ci si conosce tutti. Noi ci incontravamo su qualche palco, e volte io andavo a sentire lei e lei veniva a sentire me. Era una donna sincera, che metteva l’anima in ogni cosa che faceva, aveva interiorità e non recitava mai. Di lei mi piaceva l’intensità con cui affrontava la vita, come i suoi tanti progetti musicali».

Christine Bauhofer era amica anche di Andrea Maffei. «Mi ha sempre dato l’impressione di essere una donna forte, ma anche dolce e delicata. Era una bella persona. Purtroppo in questo momento se ne stanno andando tante belle persone. Era una donna e una musicista onesta, vera, appassionata. La vedevo spesso correre in bici per la città e lei mi salutava con i suoi sorrisi sempre smaglianti...»

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