Bolzano celebra Leonardo 

Mostra e incontri. Alla Libera università di Bolzano esposte da domani alcune pagine del cosiddetto “Codice Atlantico” nell’edizione Hoepli Accanto a questo incontro col la scrittura leonardesca, in programma una fitta serie di incontri per celebrare “l’innovatore geniale”


Paolo Campostrini


Bolzano. Tanti di noi hanno creduto per secoli che Leonardo fosse solo un pittore. Un grande, straordinario, inarrivabile maestro del Rinascimento. Lo abbiamo presunto per quasi 400 anni. Anche se già nel 1523, un paio d'anni dopo la morte del genio toscano, Francesco Melzi suo erede spirituale e amatissimo allievo scriveva al duca d’ Este: «Credo ch’egli habbia quelli libricini de Leonardo de la Notomia et de molte altre belle cose...». Quei “libricini”, fogli sparsi, migliaia di carte dove l’autore della Gioconda riversava appunti e disegni , anatomie e ricerche, inedite macchine da guerra, paracadute, strumenti per il volo e per sollevare le acque, studi di ingegneria rivoluzionari e straordinariamente anticipatori di macchine che avrebbero poi creato la rivoluzione industriale, quelle carte, dunque, si dispersero. Passarono di biblioteca in biblioteca, di corte in corte, vendute da un tale Pompeo Leoni che, trattando furbescamente con l'erede di Melzi, Orazio, se ne impossessò. Dovettero trascorrere, appunto, secoli prima che il neonato governo italiano, dopo il 1870 e la breccia di Porta Pia decidesse di radunare quel tesoro di scienza e tecnica, fotografare foglio per foglio come primo lascito universale dell’Italia finalmente unita e pubblicarlo infine , sotto il nome di “Codice atlantico”. Quindici anni durò quell’impresa del Regno sabaudo e, dunque, dovette passare altro tempo perchè, solo nel 1904, all’alba del nuovo secolo, tutto il mondo potesse finalmente scoprire l’altro Leonardo: lo scienziato, il tecnico delle acque e del volo, l’ingegnere militare e agricolo, il sognatore di imprese anche spaziali. Insomma, finalmente quel genio universale che fa di Leonardo un unicum culturale e antropologico pur dentro quello straordinario momento dell’umanità che fu il Rinascimento e il particolare quello italiano. Ora quel Codice è conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, molto vicino a quella corte degli Sforza che Leonardo a lungo frequentò lasciando opere straordinarie come l’Ultima Cena. Ebbene, ancor oggi, quel libro vive di fogli. I quali sono pubblicati a fascicoli, di anno in anno, come un’opera senza fine. Vederli in originale è raro. Alcuni sono ancora in raccolte poco accessibili, in Spagna (dove all’epoca Leoni lavorò alla costruzione dell’Escorial) o in Inghilterra. Ora si potranno vedere anche a Bolzano. Ne saranno esposti trenta. E accadrà all’Università di Bolzano, da domani, mercoledì 13 novembre, alle 18. Si tratta di fogli tratti dall’edizione del Codice Hoepli tra il 1894 e il 1904, curata dall’Accademia dei Lincei. Era emozionato anche l’assessore Vettorato, ieri, alla presentazione della mostra (“Leonardo 500, 1519-2019, l’innovazione geniale” dal 13 novembre all’11 dicembre) che ha parlato di “grande occasione culturale per il nostro territorio”. È un progetto dell’ufficio Cultura della Provincia, infatti, questa rassegna che oltre all’esposizione proporrà incontri, dibattiti e convegni. Tanto interessante da essere inserita dal ministero per le attività culturali nella rete dell'anno leonardesco che sta facendo fremere di curiosità non solo l’Italia ma mezza Europa con un vorticoso giro di prestiti ( tra cui l’uomo vitruviano) e di documenti e riscoperte. Dunque, Leonardo scienziato. Ecco cosa rivela finalmente il Codice. «Il mondo si accorse che tante delle scoperte che i ricercatori, dal ’600 in poi avevano faticosamente realizzato - ci ha ricordato sempre ieri Ferruccio Dendena , grande studioso dei codici e curatore scientifico della mostra bolzanina - erano già state tratteggiate da Leonardo. Anche le tecniche di riproduzione multidimensionali per illustrare i progetti furono acquisite solo secoli dopo dai ricercatori». Insomma, un tesoro di invenzioni. E un innovatore ante litteram. Capace di far transitare il suo genio da capolavori universali, rivoluzionando anche le tecniche estetiche e pittoriche della pur modernissima bottega del Verrocchio, fino alla sua scrittura a rovescio, alle sculture immaginate, alle fortificazioni, alle opere idrauliche, al volo e alle armi. Da anni, i suoi disegni sono poi posti in pratica e sono diventati macchine vere per merito di università e di appassionati costruttori tanto da dimostrare, nei fatti, che tanto di quello riportato nei fogli avrebbe funzionato realmente. Anche nel ’500, facendo progredire in un lampo l’intera scienza occidentale. È stato naturale, così, connettere “quel” Leonardo alla scienza di oggi. E, mutatis mutandis ( ma non troppo) le innovazioni presenti nel Codice alla rete innovativa che anche l’Alto Adige prova a far progredire, dall’ Eurac, al Noi, alla Lub. Tanto che proprio nella mostra nell’ ateneo verranno richiamati esempi della moderna ricerca: esposta la bicicletta Colnago Ferrari accostata ad un modello costruito su disegno di Leonardo, alla tecnologia sviluppata dalla Microtec di Bressanone. E all’ inaugurazione di domani saranno presenti il rettore Paolo Lugli, il direttore della ripartizione ricerca e il presidente Eurac, oltre al responsabile scientifico della rassegna Ferruccio Dendena e alla professoressa Paola Mazzini della Dante bolzanina, come co-curatrice. Molti gli eventi connessi: il 20 novembre (ore 18) all'Academy Cassa di Risparmio “Il futuro dell’esplorazione spaziale” con Paolo Ferri, direttore responsabile delle operazioni spaziali dell’Esa, l’agenzia spaziale europea; il 22 novembre, al Noi (ore 15) un viaggio nei centri di ricerca del Tech Park; il 3 dicembre (ore 18 all'Academy) “Lo scorrere dell’acqua”, bellezza e importanza di una risorsa da tutelare, con due ricercatrici Roberta Bottarin e la milanese Laura Burzilleri; il 4 dicembre (Academy ore 18) “L’innovazione che rispetta la natura” con Federico Giudiceandrea titolare di Microtec e Michael Atzwanger cofondatore della startup HiWeiss; infine il 10 dicembre (18, aula magna università) “Arte, scienza, tecnologia e società, trame e tendenze” con Maria Grazia Mattei fondatore e presidente di Meet , centro per la cultura digitale, Milano. «E non ci fermiamo con gli anniversari - promette Vettorato - perchè l’anno prossimo ci sarà Raffaello e quello dopo ancora Dante...». E Leonardo vide Bolzano? «Certamente sì - rivela Dendena, il curatore - perchè salì a Innsbruck con i rappresentanti degli Sforza per il matrimonio di Massimiliano e vide questi luoghi...».

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