arte 

Dessì e Spagnulo in “Stimmungsvoll” 

Bolzano, domani alla Galleria Cattani il vernissage della mostra


di Corinna Conci


BOLZANO. Domani 21 settembre, negli spazi della Galleria Antonella Cattani contemporary art di via Catinaccio a Bolzano, inaugura la mostra “Stimmungsvoll” di Gianni Dessì (1955, Roma) e Giuseppe Spagnulo (1936, Grottaglie, Taranto - 2016, Milano). Ad unire i due noti artisti è il concetto del titolo: la parola, in lingua tedesca, si riferisce alla voce degli strumenti, alla loro temperatura / accordatura ma anche ad una temperatura psicologica e mentale. Si tratta di un’espressione che manca nella lingua italiana e rappresenta l’ unità dei sentimenti avvertiti da un uomo dinanzi a ciò che lo circonda. Tramite un approccio non dogmatico, le opere di Dessì e di Spagnulo riescono ad esercitare una suggestione che supera la pura materialità e sviluppa energie metaforiche ed immaginative. Il confrontarsi e interrogarsi sul problema del rapporto artistico con il materiale e con i suoi effetti emozionali, tanto nella pittura quanto nella scultura appartiene al modo di procedere di Gianni Dessì ed è stata una costante nel lavoro di Giuseppe Spagnulo. Le opere in esposizione presentano le tracce evidenti del processo e delle azioni attraverso cui sono state create. Nei dipinti di Dessì si ravvisano i gesti che hanno steso il colore sulla superficie e gli interventi che sono serviti per incollare, piegare, formare i supporti applicati sulla tela. Tutto appare funzionale alla creazione di un’immagine, che accoglie stratificazioni di codici e di significati, restituendoci con la sua sola presenza la complessità propria del rapporto che instauriamo con la realtà che ci circonda. La scultura di Dessì è rappresentata nell'esposizione da significative ceramiche raku. Alle figure arcaiche, plasmate nell'argilla e poste sulla sommità di un cubo a custodire il segreto celato all'interno di questo stesso, si alternano le ceramiche caratterizzate dall'impiego del colore giallo - il colore più impertinente che esista dal punto di vista ottico perché appare sempre in movimento - (Dessì).

A questa pratica appartengono alcune delle opere in mostra di Giuseppe Spagnulo; è il caso di Sole Rosso, 2011, opera questa, in cui pittura e scultura condividono lo stesso piano. Il grande disco in terracotta, che si impone nella parte superiore dell'opera, partecipa alla perfezione suggerita dal cerchio con una valenza di imperfezione, poiché si riferisce al mondo del divenire, al mito solare. La mostra è così un autentico “ricercare a due voci”, una specie di itinerario sulle tracce di qualcosa che sfugge, di qualcosa che bisogna innanzitutto individuare prima ancora che cercare. Spagnulo, riconosciuto tra i maggiori interpreti che hanno saputo coniugare l'arcaica radice del fenomeno culturale con le novità dei mezzi meccanico-tecnologici per giungere a forme di radicale semplicità, ha sempre privilegiato l'aspetto dialettico del suo lavoro con la realtà.

Le sculture in acciaio forgiato, come l'opera in esposizione Sole Nero, 2011, mostrano i segni impressi dal fuoco, da quelli più profondi e netti ai segni dai contorni sfumati. L'esposizione prosegue con le opere che appartengono al ciclo Panorama scheletrico del mondo, 2008-2014; si tratta di opere tattili, eseguite sulla carta impiegando materiali come la sabbia di vulcano, composta da cristalli che riflettono la luce, carbone e ossido di ferro.













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