Francesco Resch: «Mi alleno a casa,  ma è tutto difficile» 

L’intervista. Il ballerino bolzanino, approdato al Ballets de Montecarlo, è bloccato in Francia «Anche qui c’è ancora troppa gente in giro e in molti non rispettano le distanze» Un futuro ancora nebuloso: «Nessuno sa quando si potrà ricominciare, si vive alla giornata»


Daniela Mimmi


Bolzano. Chiudere in casa un ballerino è un po’ come chiudere in gabbia un uccellino. Ed è così che si sente il ballerino bolzanino Francesco Resch nel suo ritiro (dorato, ma neanche tanto) di Montecarlo. Resch è approdato al Ballets de Montecarlo lo scorso anno, a soli 20 anni, dopo aver studiato all’ Accademia dell’Opera di Vienna e poi avere danzato a San Pietroburgo all’ Eifman Ballett, compagnia fondata e diretta da quello che da molti viene considerato il più grande coreografo del mondo: il russo Boris Eifman. Jean-Christophe Maillot, coreografo e direttore del Les Ballets de Monte-Carlo lo ha scritturato per la sua compagnia nel 2019 e da allora il giovane ballerino vive vicino al teatro di Montecarlo, a Beausoleil, un piccolo villaggio alle porte della più costosa, anzi costosissima, Montecarlo.

«In febbraio eravamo in Siberia per una tournée. – ci racconta. Ancora non si parlava molto di questa epidemia. Noi siamo atterrati senza nessun problema a Milano, ma poi sono rimasto chiuso in casa a Bolzano per una settimana. Dopo sono tornato a Montecarlo, dove abbiamo lavorato regolarmente dal lunedì al venerdì. Poi tutto è precipitato. Maillot ha chiuso la compagnia, per ora per due settimane. Dovremmo riprendere a fine aprile, ma io vista la situazione ne dubito molto».

Com’è la situazione in Francia? Secondo me finora hanno sottovalutato il pericolo, non c’è una percezione del rischio reale rappresentato dal coronavirus. C’è ancora troppa gente in giro e non rispettano le distanze. E io qualche volta mi arrabbio e dico di starmi lontano.

Com’è la sua vita adesso?

Ho la fortuna di avere i negozi sotto casa. Esco per fare la spesa e basta. Come tutti, del resto dovrebbero fare. Ho la fortuna di avere un appartamento abbastanza grande, tutto per me, e di avere una terrazza da cui si vede il mare, quindi non posso lamentarmi. Ma anche stare in terrazza da solo, dopo due ore diventa noioso. Cerco di tenermi in forma.

Non è facile per un ballerino danzare in casa!

Infatti! Faccio quello che posso da solo. Non posso fare grandi salti, ma faccio la sbarra alla scrivania. Poi faccio pesi, elastici, pettorali, esercizi a corpo libero, flessioni. Di più non posso fare.

Un ballerino, in teoria, non può fermarsi mai.

Infatti, cerco di fare tutto quello che posso. Normalmente noi danziamo 6 ore al giorno. Ma allenarsi 6 ore al giorno a casa, da solo, è veramente noioso. Mi esercito per un’ora, un’ora e mezzo. Poi faccio altre cose. L’ultimo giorno che era possibile uscire, sono andato a comprare un televisore. Credo che sia il primo della mia vita, perchè normalmente non ho mai tempo e neppure la forza per guardare la televisione. Quando lavoro vado a letto presto perchè sono sfinito dopo un giorno di prove, balletti, esercizi.

Ha un qualche contatto con i suoi colleghi? E con i suoi a Bolzano?

Con i miei, e con la nonna ci sentiamo via skype o whatsapp. Poi ogni pomeriggio mi collego con i miei colleghi della compagnia. Parliamo, ci suggeriamo degli esercizi a vicenda. Serve per sentirci meno soli. Ho ripreso addirittura i contatti con gli amici dell’Accademia di Vienna!.

Che indicazioni avete avuto?

Quando ricominceranno gli spettacoli?

Nessuno sa niente di preciso, si vive alla giornata. In luglio avremmo degli spettacoli in Ungheria, poi a Monaco di Baviera e a Nizza. Ma è tutto sospeso. E’ brutto non sapere quando torneremo sul palco. Io mi alleno, cerco di tenermi in forma, ma non so per quanto, per cosa...”. Cosa le manca di più in questo momento?

Mi manca il lavoro, che è la mia passione. Mi mancano le mie passeggiate all’aria aperta. Mi manca il mare che è qui vicino a me e non posso andarci. Ma non posso e non voglio lamentarmi. In fin dei conti io sono un privilegiato. Penso sempre ai medici e agli infermieri, che sono in prima linea, che rischiano la vita per salvare gli altri. Anche per quello non esco di casa. Per un rispetto soprattutto nei confronti di chi sta combattendo per salvare vite umane...













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