Scenari

Germania, la crisi dei Fridays for Future



Non c’è più lo slancio. Non c’è più l’entusiasmo. Qualche anno fa ogni venerdì Fridays for Future in Germania trascinava in piazza decine di migliaia di ragazzi a protestare in difesa del clima. Invece di andare a scuola, manifestavano per chiedere al governo più impegno sul cambiamento climatico. Ora il movimento è l’ombra di se stesso, sembra aver perso gran parte della sua visibilità e gran parte del suo smalto.

Eppure la Germania ha offerto prospettive particolarmente promettenti per gli attivisti: i politici si sono dimostrati per lo più favorevoli a impegnarsi, e i media a dar risalto alle loro azioni. L’ex cancelliera tedesco Angela Merkel a suo tempo ha incontrato Greta Thunberg e Luisa Neubauer, la leader tedesca di Fridays for Future, è stata per anni una presenza fissa nei talk show televisivi. E da quando i Verdi sono entrati nella coalizione di governo nel dicembre 2021, il movimento creato da Greta Thunberg ha avuto un alleato coerente con la sua propria missione al Bundestag. Ma il cambiamento climatico ora non è più la principale preoccupazione dei tedeschi. In un sondaggio all’inizio dell’anno l’argomento si è classificato molto più indietro rispetto a questioni come la minaccia di guerra, l’inflazione e l’immigrazione fuori controllo. Non basta: il gruppo di ambientalisti più radicale, Last Generation, è riuscito a rubare la scena a Fridays for Future a suon di blocchi stradali e attacchi con vernice e zuppa a opere d’arte e monumenti. A gennaio, però, la stessa Last Generation ha annunciato l'abbandono di queste forme di protesta.

“L’obiettivo della nostra campagna non è la massima attenzione, ma piuttosto la massima efficacia”, ha dichiarato la portavoce di Fridays for Future Annika Rittmann quando in un’intervista le è stato chiesto se il suo movimento avesse perso influenza rispetto a Last Generation.

Per il ricercatore di protesta politica della Libera Università di Berlino, Dieter Rucht, “rispetto a Last Generation Fridays for Future ha decisamente perso visibilità sui media”. Sebbene abbiano adottato approcci diversi nelle loro battaglie per il clima, il potenziale di entrambi i gruppi sembra essersi esaurito. Alcuni gruppi locali di Fridays for Future si sono sciolti. Si sono sciolti, per esempio, quello di Marburgo, Assia, che non vedeva più “alcuna prospettiva” per il movimento, e quello di Brema, con le stesse motivazioni (ma in questa città si è già formato un altro gruppo). Secondo un sondaggio dell’Augsburger Allgemeine, il quotidiano di Augusta, i tedeschi nel complesso non hanno più fiducia nei Fridays for Future: quasi due terzi degli intervistati hanno dichiarato che il movimento ha fallito. Meno di un quarto crede che abbia ancora un futuro. Ora lo stesso movimento di attivisti ha cambiato strategia: invece di lavorare sulle scuole per organizzare proteste per il clima, partecipa agli scioperi organizzati dal sindacato dei trasporti pubblici ver.di.

«Non permetteremo più alla coalizione di governo di far deragliare il trasporto pubblico e la politica climatica», si legge nell'invito a mobilitarsi. «È il momento di unirci e lottare collettivamente per le cose di cui tutti abbiamo bisogno per vivere». Fridays for Future ha partecipato attivamente, spesso con il ruolo di capofila nelle alleanze di organizzatori, alle manifestazioni contro l’estremismo di destra che si sono susseguite nelle ultime settimane nelle piazze tedesche dopo la pubblicazione di notizie sulla riunione segreta di Potsdam che ha visto la partecipazione di politici di estrema destra dell’AfD, del movimento identitario e di alcuni membri della CDU, incontro scellerato in cui sono stati discussi piani per la “remigrazione” o la deportazione degli immigrati dalla Germania.

«Gli ultimi anni hanno dimostrato che le politiche rispettose del clima possono essere realizzate solo con una società civile attiva e una democrazia forte», ha detto la portavoce del movimento Annika Rittmann, spiegando la partecipazione attiva di Fridays for Future nelle proteste. «Negli ultimi anni abbiamo continuato ad adattarci e abbiamo iniziato a fare richieste concrete e a raggiungere le persone a livello locale, oltre alle proteste su larga scala», ha aggiunto. Frank Werneke, presidente del sindacato ver.di, si è rallegrato del sostegno degli attivisti per il clima: «Il raggiungimento degli obiettivi climatici non è possibile senza una vera svolta nel settore dei trasporti e un miglioramento sostenibile e duraturo del trasporto pubblico. Ecco perché ver.di e Fridays for Future ora si battono insieme».

Ma le due parti hanno davvero terreno da condividere? Non c’è il rischio di conflitti d’interesse? Secondo Dieter Rucht, «la collaborazione con il sindacato sarà limitata ad alcuni ambiti, ad esempio la promozione del trasporto pubblico, lì non ci sono conflitti di interesse. A parte questo, le due organizzazioni agiranno in modo ampiamente indipendente l'una dall’altra». Annika Rittmann crede nella collaborazione: «Soprattutto ora, quando il discorso politico è così polarizzato, la formazione di alleanze giocherà a favore dei nostri punti di forza strategici». Rucht è comunque molto scettico sulle prospettive di Fridays for Future in Germania: «Il loro potere di mobilitazione si è ridotto moltissimo, le loro possibilità di successo da soli sono estremamente scarse. Se Fridays for Future potrà avere ancora qualche influenza, sarà solo grazie agli sforzi combinati dei suoi numerosi gruppi e agli effetti negativi e indesiderati che il cambiamento climatico avrà sulla vita quotidiana delle persone».

 













Altre notizie

Attualità