Puntata 7 

In Giappone c’è la mania coloratissima del Cosplay

L’Orchestra Haydn prosegue verso sud la sua tournée in Giappone. Oggi è una giornata dedicata al viaggio per raggiungere la prossima tappa. Abbiamo così un po’ di tempo per riposare e approfondire un...


Oscar Bottes


L’Orchestra Haydn prosegue verso sud la sua tournée in Giappone. Oggi è una giornata dedicata al viaggio per raggiungere la prossima tappa. Abbiamo così un po’ di tempo per riposare e approfondire un argomento lasciato in sospeso nelle precedenti lettere: “estetica e follia nell’abbigliamento dei Giapponesi”. Lo chiamerei così. Sin dal nostro arrivo a Sapporo infatti restammo colpiti dalla varietà e stravaganza nei look dei giovani nipponici: capelli coloratissimi mischiati con ogni genere di abbigliamento. Continuando il viaggio è aumentata la voglia di informarsi per comprendere la situazione: parliamo del cosplay, il gioco di costumi: la pratica di travestirsi come personaggi noti. Una pratica ristretta al genere degli Otaku (termine per definire giovani ossessionati da manga, anime o videogiochi). In Giappone (e negli Usa) il cosplay è ormai un business stabile, dove professionisti vestono i panni di personaggi famosi nei social o in Cosplayer Café. Cosplay non è però solo travestirsi da persone note, ma è sposare una determinata estetica e costruirci la propria vita sociale. Non è possibile mappare tutte le categorie esistenti, sono infinite. Il quartiere di Harajuku a Tokyo è un vero centro del cosplaying. Possiamo citare i Decora che vestono completi iper-colorati e caramellosi o le Ganguro, che si vestono come selvagge e si tingono la faccia di nero per protestare contro l’ideale tradizionale di bellezza. Insomma, un mondo di stili e colori che assottiglia il confine tra fantasia e realtà. E forse è proprio l’evasione formale da una cultura molto “sobria e puntuale” la ragione di questo successo. Il confine tra fantasia e realtà è stato completamente stracciato da fenomeni come Hatsune Miku, un vocaloid, un ologramma dalla voce campionata. Il suo nome significa “la prima voce del futuro”: è perfetta, non invecchia e fa paura. Lei tiene concerti che fanno il tutto esaurito nell’Asia. Anche se non esiste. (Ringrazio l’esperta Lorenza Muffin per i molti spunti).













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