L’intervista

«La mia Haydn un fiore che cresce»

Il direttore artistico dell’orchestra, Giorgio Battistelli: «Quattromila biglietti venduti in più nonostante la riduzione dei concerti. La musica contemporanea è un universo molto articolato. Il segreto è avvicinare il pubblico senza traumatizzarlo»


Daniela Mimmi


BOLZANO. Tra i più importanti compositori della sua generazione con lavori come Experimentum Mundi, Aphrodite e Globe Theatre, Giorgio Battistelli cura la programmazione dell'Orchestra sinfonica Haydn dal luglio 2021. Ha avuto grande successo nei teatri europei con le opere Prova d'orchestra (1995) e Riccardo III (2005), quest'ultima vincitrice del Premio Abbiati per la critica musicale italiana, e vanta una ricca produzione sinfonica. È stato Direttore artistico di prestigiose istituzioni italiane e straniere come l'Orchestra della Toscana, la Biennale Musica di Venezia, la Fondazione Arena di Verona e il Teatro dell'Opera di Roma, nonchè e composer in residence alla Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf (2007-2008). Dal 2020 è Direttore artistico del Festival Puccini di Torre del Lago e, nel 2022, la Biennale di Venezia gli ha attribuito il Leone d'Oro alla carriera per il suo lavoro di teatro musicale sperimentale e la sua intensa produzione operistica, realizzata dalle più importanti istituzioni europee. Lo abbiamo intervistato per fare anche con lui un bilancio dell'anno passato e uno sguardo al futuro.

Com'è stato questo il 2023 per l'Orchestra Haydn? Sia in termini di numeri di concerti che di affluenza di pubblico.

Sono molto felice! L'Orchestra è una pianta, un fiore che cresce. Per la tournée in Giappone abbiamo ridotto i concerti dai 131 del 2022 a 117 dell'anno passato, eppure i biglietti sono passati da 31.000 a 35.000 e gli abbonamenti sono cresciuti del 10%. Siamo riusciti a ricreare fiducia nel pubblico dopo il trauma del covid. In molti posti ancora non ci sono riusciti. Bolzano è una realtà emblematica e c'è un pubblico in movimento.

I bolzanini sono più attirati dal grande compositore? O dal grande direttore? O hanno la curiosità di scoprire cose nuove?

C'è un pubblico differenziato. C'è quello acculturato, che conosce la musica. E c'è quello che ha il piacere di essere intrattenuto. Tra i due c'è un bel rapporto. La nostra è la migliore orchestra da camera in Italia. Il direttore fa da traino, interpreta. Il successo è dato dalla scelta del repertorio, dai direttori, dai musicisti.

Come sta la musica contemporanea qui da noi?

La musica contemporanea è un universo molto articolato. Bisogna fare scelte strategiche, avvicinare il pubblico senza traumatizzarlo, altrimenti se ne allontana. Il contemporaneo è tutto: da Ligeti ai Maneskin. Il programma scelto deve essere evocativo, collegato con il presente. Non mi piace l'omologazione culturale. Bisogna salvaguardare l'identità del territorio. Qui non si può fare musica o teatro o arte come a Milano, o Bologna, o Genova, sono realtà diverse. Qui si tende a fare tanto, troppo, si fa una polenta di musica. Ma c'è un bel rapporto di empatia con la politica, e non dappertutto è così. Non c'è maggioranza e opposizione quando si parla della Fondazione Haydn o di altre realtà culturali.

Lei è direttore artistico dell'Orchestra Haydn dal 2021. Aspetti positivi e negativi di questa esperienza bolzanina.

Di positivo c'è l'ospitalità e una Fondazione proiettata verso l'Europa. Di negativo c'è che la migliore orchestra da camera in Italia non ha un suo auditorium. Per ogni progetto dobbiamo coordinarci, andare al Teatro Comunale se l'organico è troppo grande per l'Auditorium. Invece sarebbe bello avere quello spazio tutto per noi, per i musicisti, fare istallazioni, corsi, incontri, studi, proposte soprattutto per i giovani. Si parlava di un Auditorium al Virgolo, ma è tutto finito nell'oblio.

Quali sono i prossimi appuntamenti dell'Orchestra Haydn?

Con i 14 concerti della Stagione 2023/24 lavoriamo per la costruzione dell'Arcipelago Haydn, una mappa immaginaria di passione, stupore, gioia, fiducia, apertura, ospitando anche culture musicali extraeuropee con le Ouvertures "barbare". Il 30 gennaio a Bolzano e il 31 a Trento, Diego Matheuz ha in programma Ligeti, il Concerto n.1 per corno e l'ouverture da Ariadne aut Naxos di Strauss e la Sinfonia n.38 di Mozart. Il 7 febbraio a Bolzano e l'8 a Trento c'è il nostro omaggio al cinema muto. L'Orchestra Haydn diretta da Timothy Brock affronta uno dei massimi capolavori di Charlie Chaplin, City Lights (Luci della città), suonandone la colonna sonora durante la proiezione. C'è di tutto nella musica di Chaplin: c'è il jazz, c'è il valzer, c'è il mambo, c'è Puccini, c'è La Violetera di José Padilla, ci sono accenni a Liszt, Debussy, Rimskij-Korsakov. Il 13 febbraio a Bolzano e il 14 a Trento, il direttore danese Thomas Dausgaard torna a guidare l'Orchestra Haydn in un concerto dalle atmosfere nordiche, con musiche di Bent Sørensen, Carl Nielsen, tra i più celebri compositori danesi, vissuto a cavallo tra Otto e Novecento e la maestosa Quinta Sinfonia di Cajkovskij.

Un augurio per i suoi spettatori.

Di avere fiducia nella Haydn, avere la consapevolezza di avere una magnifica orchestra e accettare le diversità con tolleranza...













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