“Solo 13 chilometri” il libro di Accardo e De Pascalis 

Freschi di stampa. Il romanzo è stato scritto a quattro mani Domani gli autori conSara Meddi sul canale YouTube dell’Upad


Marzio Terrani


Bolzano. Si intitola “Solo tredici chilometri” il romanzo scritto a quattro mani da Giovanni Accardo, insegnante, docente Upad e scrittore, e Mauro De Pascalis, avvocato, e pubblicato da Edizioni alpha beta di Merano.

La vicenda si svolge tra Alto Adige e Austria e narra di un caso di cronaca nera, di un’appassionante inchiesta giudiziaria e un processo ricco di colpi di scena. Ne è protagonista il giovane avvocato Marco De Vitis, alla sua prima esperienza in un processo penale, e del prof. Efisio Serra, docente universitario di Procedura penale, che nel corso della narrazione assume il ruolo di mentore per il protagonista, trasformando la vicenda in un romanzo di formazione umana e giuridica. Abbiamo fatto qualche domanda ai due autori che saranno ospiti di una diretta live sul canale You tube Upad, domani giovedì 18 febbraio dalle 18 in poi e dialogheranno con Sara Meddi dell’agenzia letteraria La Matita Rossa.

Come nasce questo romanzo?

Mauro De Pascalis: Nasce da un fatto di cronaca realmente accaduto ma trasformato secondo le logiche della finzione narrativa, perciò non tutto quello che il lettore leggerà è accaduto, o almeno,è accaduto nel modo in cui viene raccontato.

Giovanni Accardo: Tutti i personaggi, con le loro parole, i loro pensieri e le loro emozioni sono stati reinventati con l’obiettivo di creare un romanzo capace di catturare il lettore sin dalle prime righe e portarlo all’ultima pagina.

Come avete organizzato il lavoro di scrittura?

M.D.P. Io ha curato la parte più tecnica e processuale, assicurando la correttezza dei riferimenti giuridici.

G.A. Io mi sono occupato della forma, organizzando la struttura narrativa e scegliendo una lingua efficace e di facile lettura. Ovvero riducendo al massimo i tecnicismi, che tuttavia non mancano, per guidare il lettore dentro i meccanismi dell’inchiesta giudiziaria.

C’è un messaggio che volete arrivi ai lettori?

G.A. Mentre scrivevamo, mi sono interrogato molto sul concetto di verità. Quale verità è in grado di raggiungere un processo penale?

M.D.P. A me ha colpito molto come la vita di ciascuno di noi possa essere travolta dal caso e dalle coincidenze, trovandoti da un giorno all’altro dentro un meccanismo più grande di te.

In questi giorni Bolzano è al centro di un triste fatto di cronaca seguito in tutta Italia, qual è il vostro punto di vista?

G.A. Sicuramente quello di non arrivare a facili conclusioni, come leggiamo tutti i giorni sui social, dove tutti sembrano saperla più lunga degli investigatori e dei magistrati.

M.D.P. «In ogni inchiesta giudiziaria a parlare devono essere solo i fatti. Serve maggiore serietà e maggiore rispetto per il lavoro e il ruolo di ciascuno». La trasmissione in diretta di domani sarà quindi l’occasione per approfondire il lavoro svolto a quattro mani dai due autori e porre domande attraverso la chat.













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