l’intervento 

sorriso dietro la mascherina 

Sono tempi difficili per la nostra mente che, bombardata da informazioni più o meno attendibili, naviga nell’incertezza politica, sociale ed economica. Non è facile affrontare una pandemia e, per di...



Sono tempi difficili per la nostra mente che, bombardata da informazioni più o meno attendibili, naviga nell’incertezza politica, sociale ed economica. Non è facile affrontare una pandemia e, per di più, accettare questa “nuova” vita; è più facile darsi spiegazioni più o meno complottiste o metafisiche. D’altronde Manzoni ci racconta che già all’epoca della peste del Seicento si faceva avanti “l'idea del venefizio e del malefizio”. Il problema più grande è che in questo contesto, dove la natura ci ricorda quanto siamo umani e non invincibili supereroi (medici e operatori sanitari inclusi), rischiamo di perdere la nostra umanità. Siamo arrabbiati, stufi e stanchi e lasciamo spazio alla frustrazione, alla rabbia e al malcontento che dilaga. Questo viene peggiorato dal fatto che molto spesso non vediamo il volto di chi abbiamo davanti, poiché è nascosto dalla mascherina. Ecco allora che il nostro cervello fa fatica a interpretare le emozioni del cassiere del supermercato, del tabaccaio, del parrucchiere, del cameriere, del corriere, del vicino e via dicendo. Questo riduce la nostra empatia, ovvero la capacità di metterci nei panni dell’altro e di capirlo, suscitando in noi i più nobili sentimenti umani, quelli legati alla solidarietà, alla coesione sociale e al prenderci cura degli altri. In ottica evoluzionistica diremo che sono proprio queste le chiavi del successo dell’umanità.

Diventa quindi indispensabile ritrovare la chiave del nostro successo. Se vogliamo riprenderci e ripartire e quindi far tornare a far crescere l’economia, dobbiamo ritrovare un po’ di empatia, ritornando a sorridere e a prenderci ancora cura l’uno dell’altro. Possiamo iniziare a donare qualche ulteriore atto di gentilezza, magari comprando qualcosa in più nel negozio vicino a casa e non online o semplicemente ringraziando il barista che ci prepara il caffè dietro la mascherina o, ancora, cercando di non arrabbiarci subito se non tutti riescono ad essere rigorosissimi nel rispetto delle centinaia di protocolli che ci vengono proposti. Cerchiamo piuttosto di essere propositivi e comprensivi e di chiedere spiegazioni con gentilezza. Se recuperiamo la nostra cortesia e la nostra empatia anche dietro le mascherine, ci sentiremo tutti un po’ meno stressati, attaccati e soprattutto meno vulnerabili, perché siamo uniti. Questa è la forza dell’umanità: tutti insieme e con i nostri sorrisi, ce la faremo. Un maggior senso di umanità, di coesione e di serenità, non solo favorirà la nostra salute mentale, ma anche i consumi e il rilancio dell’economia.

Siate gentili e sorridete al prossimo anche dietro la mascherina.

(psicologo e psicoterapeuta)













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