Tango del calcio di rigore, lo sport fa l’assist al potere 

La commedia. Da giovedì al Comunale di Bolzano il nuovo spettacolo nella stagione del TSB La compagnia di Marcorè e Dighero riporta al 1978 per una lettura politica della finale mondiale 



Bolzano. Il calcio diventa arte, arte teatrale. Possibile? Certo, per molti appassionati il bel calcio è già di suo una forma artistica, ma adesso arriva anche a Bolzano il concetto, concreto, di lavoro teatrale che nasce dal calcio. Da dopodomani a domenica 26 gennaio (dal 23 al 25 alle ore 20.30, domenica 26 alle ore 16), al Teatro Comunale di piazza Verdi, nell’ambito della stagione dello Stabile bolzanino, l’inedito duo composto da Neri Marcorè e Ugo Dighero, che interpreta “Tango del calcio di rigore”, un affresco su calcio e potere, scritto e diretto da Giorgio Gallione per il Teatro Nazionale di Genova. E che prende spunto dalla finale del Campionato mondiale del 1978.

È il 25 giugno 1978. All’Estadio Monumental di Buenos Aires si gioca Argentina-Olanda, finale del Mondiale in terra d’Argentina. Il clima è surriscaldato perché la nazionale di casa deve vincere a tutti i costi. Seduto in tribuna d’onore c’è, infatti, il generale Jorge Videla, gran burattinaio del Mondiale, al potere dalla notte del golpe del 24 marzo 1976. Accanto a lui, discosto dalle telecamere, c’è Licio Gelli, il Venerabile della loggia massonica P2, suo amico personale. La partita finisce 3 a 1 per i padroni di casa. Si conclude così, con una festa di cieca rimozione, la più vasta e costosa operazione di propaganda politica per mezzo dello sport dopo le Olimpiadi tedesche del ’36. Almeno per una sera dai cieli dell’Argentina cadranno solo coriandoli e festoni, e non corpi di donne e uomini invisi al regime, lanciati dai portelloni degli aerei verso le acque dell’Oceano. Dal giorno dopo, però, i “voli della morte” riprenderanno puntuali e le Madri di Plaza de Mayo ricominceranno a chiedere giustizia.

Durante i campionati del ’78 in Argentina succede di tutto: morte, tortura, desaparecidos, doping, paura e corruzione. Ma è anche il momento di maggior popolarità e consenso della dittatura Videla. Questo a dimostrare come spesso lo sport è usato dal potere come subdola forma di occultamento della realtà o raffinato strumento di oppressione.

A quarant’anni di distanza da quei giorni terribili, un bambino di allora, oggi adulto, cerca di ricostruire il suo passato di spettatore appassionato di calcio, alla luce della propria esperienza, recuperando storie di “futbol”, a cavallo tra mito, realismo magico e tragica realtà storica.

Rivivono così sul palcoscenico le vicende di personaggi imprevedibili, ad esempio il figlio del cowboy Butch Cassidy, appassionato di Hegel e arbitro, pistole alla mano, di un surreale campionato mondiale giocato in Patagonia nel 1942. Sarà rievocata la “prima guerra del football”, sobillata ad arte dalle compagnie bananiere controllate dalla Cia e combattuta nel 1969 tra Salvador e Honduras. Rivivremo l’episodio del rigore più lungo della storia del calcio, di cui è stato protagonista suo malgrado Gato Diaz, anziano portiere dell’Estrella Polar. Scopriremo la storia di Francisco Valdes, capitano del Cile, costretto dai militari di Pinochet a segnare un gol in una porta vuota e senza alcun avversario in campo, e quella di Alvaro Ortega, arbitro colombiano che commise “l’errore” di annullare un gol all’Indipendente Medellin, la squadra dei trafficanti di cocaina.

Sulle scene disegnate da Guido Fiorato, che ha curato anche i costumi dello spettacolo, a fianco di Marcorè e Dighero troviamo Rosanna Naddeo, Fabrizio Costella e Alessandro Pizzuto; il disegno luci è di Aldo Mantovani, gli arrangiamenti musicali di Paolo Silvestri.

“Tango del calcio di rigore” è uno spettacolo in forma di “tanghedia”, che unisce il tango, la tragedia e la commedia, per ripercorre un’ epoca storica sia attraverso gli occhi di un bambino sia attraverso quelli di un consapevole cittadino dei nostri giorni. Uno spettacolo tra mito e inchiesta, musica, favola e teatro civile, cosciente delle lezioni di Osvaldo Soriano e di Ryszard Kapuscinzki.

I biglietti per lo spettacolo sono acquistabili alle casse del Teatro Comunale di Bolzano in piazza Verdi 40, aperte dal martedì al venerdì dalle 11 alle 14 e dalle 17 alle 19, sabato dalle 11 alle 14 e nei giorni di spettacolo a partire dalle 19.30.

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