«Vedrete un Allevi scombinato e ispirato Ve lo garantisco» 

Il musicista in concerto a Trento. L’Equilibrium Tour il 17 marzo farà tappa all’Auditorium «Per questo concerto vorrei recuperare le mie opere più complesse, è il momento giusto» Il musicista non vede l’ora di salire sul palco: «Quella sala è fantastica, il pubblico ti abbraccia»


Katja Casagranda


Trento. La musica di Giovanni Allevi torna in Trentino-Alto Adige con il concerto atteso a metà marzo. Per tutto il suo pubblico che da anni lo segue l’occasione è quella di riascoltare il musicista che invita tutti gli amanti della buona musica in Auditorium a Trento il 17 marzo alle ore 21. Quella di Trento è una delle tre date al pianoforte solo previste in Italia fra il tour europeo e quello che poi lo porterà in Germania. Compositore, direttore d’orchestra e pianista: Giovanni Allevi arriva al traguardo del mezzo secolo con milioni di dischi venduti, decine di premi in cassaforte e la definizione di“un talento pop” della musica classica. In attesa di ascoltarlo Allevi si racconta.

Quello a Trento è un ritorno sul palco dell'Auditorium, con quale emozione e ricordo rinnova il suo incontro con il pubblico di Trento?

L’Auditorium Santa Chiara è una delle sale da concerto più belle del mondo. Mi è rimasta nel cuore perché la platea ti circonda col suo abbraccio. Non vedo l’ora di tornare, ma avverto il pubblico: vedrete un Giovanni totalmente scombinato, in balia di ansia, istinto, buio interiore e sete di paradiso. Magari non sarò perfetto, ma ci butterò il cuore sul quel pianoforte.

Una vita di grandi soddisfazioni e riconoscimenti la sua, ha un sogno nel cassetto?

Forse sogno di essere, almeno per un giorno, pienamente felice e soddisfatto di quello che ho realizzato. Invece c’è in me una maniacalità ed una irrequietezza, che mi portano continuamente alla ricerca di territori inesplorati.

Quale repertorio sente più vicino alla sua sensibilità in questo momento e quindi quale musica proporrà al suo pubblico?

Sento di recuperare per il concerto di Trento e per le date del tour in Germania, le mie opere più complesse. Solo chi è frastornato, chi ha vissuto il buio dell’anima e l’incertezza, può capirmi. Mentre chi è “normale” resta col punto interrogativo a guardare me e il resto del pubblico.

La sua musica è sempre legata ad interessanti aneddoti e pare sgorgare da momenti molto particolari e sentiti, ma come nasce l'ispirazione che la guida?

Dopo aver affrontato lo studio accademico della composizione per oltre dieci anni, posso affermare con certezza che l’ispirazione è l’unico lato davvero inspiegabile della musica, l’unico che non può essere insegnato in Conservatorio.

Ci sono tanti musicisti oggi, ma se dovesse svelare qualche suo segreto per essere così unico, cosa consiglierebbe a chi volesse seguire le sue impronte?

Mentre i miei compagni di studi, al Conservatorio di Milano, erano ferventi sostenitori della musica contemporanea, io sentivo nel cuore una insoddisfazione di fondo. Credo che l’innovatore sia colui che sente prima degli altri la necessità di un cambiamento.

Quanto la sua musica è Giovanni Allevi e quanto invece Giovanni Allevi è la sua musica?

La risposta è un grande paradosso. Tra me e la mia musica c’è una totale identificazione. Eppure lei sembra essere il contrario di me: è luminosa, sicura, avvolgente, mentre io sono una persona timidissima, insicura, con una chiara tendenza alla depressione.

Al giorno d’oggi è tutto veloce e spesso affidato al mondo virtuale, quale rapporto ha con i social e internet e quanto ritiene che la rete possa essere uno strumento utile a chi ha una carriera artistica?

La rete è l’ottava meraviglia del mondo. Se si vuole davvero affrontare un percorso artistico, è necessario confrontarsi con il pensiero di ribelli, innovatori, filosofi che guardano lontano, giovani che hanno una visione inconsueta, poeti dannati. Internet per me è tutto questo.













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