«Appalti pubblici, puntare su servizi e aziende locali»
Il presidente Duzzi: solo il 40 per cento delle forniture è «made in Alto Adige» Tra le proposte quella di un bollino di qualità sociale per le imprese
BOLZANO. Appalti pubblici, puntare su forniture e servizi «made in Alto Adige». È la richiesta degli operatori economici dell’Useb. L’assegnazione degli appalti di lavori pubblici, forniture e servizi ad imprese locali continua a rappresentare un tassello fondamentale per lo sviluppo dell’economia altoatesina ed in particolare per la sopravvivenza delle piccole e medie imprese.
Un aspetto di cui sono convinti anche i vertici dell’Useb ed in particolare il presidente del coordinamento economico Dado Duzzi. «Gli ultimi dati relativi agli appalti pubblici, pubblicati di recente dall’omonima Agenzia provinciale nella propria relazione sul 2013, hanno messo in mostra un quadro non certo esemplare soprattutto per quanto concerne gli appalti di forniture e servizi», spiega il presidente dell’Unione settori economici della provincia di Bolzano.
«Se nel caso di lavori pubblici la percentuale dell’importo complessivo investito risulta affidato per oltre l’80% a ditte locali, nel caso delle forniture la percentuale non arriva al 40 per cento», ancora Duzzi. Un aspetto su cui riflettere, a maggior ragione considerando che in diversi casi gli appalti di forniture e servizi rientrano nella soglia dei 40.000 euro e dunque nel campo degli appalti per i quali si può optare per un affidamento diretto in economia, senza ricorso ad una gara pubblica.
«Tralasciando per un istante l’eccessiva complessità e lo spropositato costo dell’attuale sistema telematico per le gare pubbliche, viene da chiedersi perché questa opportunità spesso non venga sfruttata da comuni ed enti pubblici in generale», prosegue il presidente Useb.
Analizzando settori come l’artigianato, il commercio e l’industria altoatesini è semplice comprendere che spesso gli incarichi più interessanti sono quelli relativi a forniture, interventi e servizi di piccole dimensioni. Commesse per le quali si potrebbe utilizzare l’affidamento diretto e che a seguito di gare finiscono invece spesso a ditte provenienti da fuori provincia. Il tutto con un risparmio per il committente, certo, ma anche a discapito della qualità e di un possibile sviluppo del circuito economico locale. «Non va infatti dimenticato che garantendo maggiori opportunità alle imprese altoatesine si otterrebbe l’effetto di incrementare il clima di fiducia delle medesime aziende, confermatosi piuttosto basso anche nelle ultime stime effettuate a livello provinciale», evidenzia Duzzi.
Da qui la duplice proposta del presidente dell’Useb: da un lato fare in modo che associazioni economiche, politica e consorzio dei comuni si incontrino e trovino soluzioni tanto coraggiose quanto cruciali per la sopravvivenza delle piccole e medie imprese altoatesine. E dall’altro attivarsi a livello di associazioni di categoria e Camera di commercio per l’istituzione di un bollino di qualità sociale per le imprese. Una misura che andrebbe introdotta per gradi in tutti i settori economici e che avrebbe lo scopo di salvaguardare le ditte locali, garantendo contestualmente importanti passi avanti in tema di sburocratizzazione.