Apprendisti, calo del 27% negli ultimi dieci anni

Il fenomeno riguarda più le ragazze che i ragazzi e più il centro che la periferia Tra i settori che non hanno risentito della perdita l’agricoltura e l’alberghiero


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Un 27,1 per cento in meno in dieci anni. Cala in modo notevole il numero degli apprendisti di tipo «tradizionale» in Alto Adige. «Il declino dell’apprendistato tradizionale» è il tema sul quale è incentrato il nuovo numero del bollettino “Mercato del lavoro news” pubblicato a cura dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro. L'apprendistato per la qualifica e il diploma professionale (apprendistato tradizionale o "di tipo A") consente di apprendere un mestiere pratico, assolvendo nel contempo l'obbligo formativo. La formazione degli apprendisti può durare tre o quattro anni (a seconda della professione) e si svolge in parte sul posto di lavoro e in parte in aula. «C’è l'esigenza di garantire anche in futuro i numerosi aspetti positivi della formazione duale che caratterizza il nostro sistema formativo», sottolinea l’assessora provinciale al lavoro, Martha Stocker.

Nel periodo 2004-2013 si è però assistito ad un progressivo declino dell'apprendistato tradizionale. Tale declino ha ridotto del 27,1% il numero di apprendisti di questa tipologia, portandolo a quota 3.600.

Il calo ha subito un'accelerazione soprattutto nei primi anni della crisi economica ed è stato percepito nei 10 anni analizzati più dalle 920 ragazze (-37,5%) che dai 2.680 ragazzi (-22,7%). Per quanto una buona parte del calo nel numero di apprendisti sia riconducibile alla crisi, gran parte di tale flessione è dovuta ad una perdita di attrattività dell'apprendistato tradizionale nei confronti dei giovani.

In tale ottica si osserva come nel periodo di analisi la quota di residenti in provincia di Bolzano nella fascia d'età 15-24 anni che scelgono un apprendistato tradizionale sia passata dal 9,3% nel 2004 al 6,2 per cento nel 2013.

Pare quindi che i giovani, anche a causa di una minore offerta di posti di lavoro da apprendista, preferiscano sempre più frequentare una scuola superiore o professionale al fine di assolvere l'obbligo d'istruzione e il diritto-dovere d'istruzione e formazione.

Da un punto di vista territoriale la differenza tra le località più popolate della provincia e le restanti diventa sempre più marcata: tra il 2004 e il 2013 gli apprendisti tradizionali non residenti nelle sette località provinciali con più di 10.000 abitanti (Bolzano, Merano, Bressanone, Laives, Brunico, Appiano, Lana) sono aumentati dal 75,7% al 78,4%.

Durante il periodo di analisi l'età media degli apprendisti è cresciuta progressivamente, passando dai 17,9 anni del 2004 ai 18,7 del 2013. Tale crescita non è tuttavia equamente ripartibile tra ragazzi e ragazze. Queste ultime hanno infatti visto aumentare la loro età media di ben 1,5 anni nel corso del decennio (da 18,0 a 19,5 anni), mentre i primi registrano un aumento più contenuto (da 17,9 a 18,3). I datori di lavoro che danno occupazione agli apprendisti si concentrano nell'artigianato (edile e manifatturiero), nel commercio e nel turismo. Meno di 220 datori di lavoro sono riconducibili al settore industriale. L’importanza dell’apprendistato è più marcata nei settori artigianali: in tali comparti più di un dipendente su dieci è un apprendista. Nell’industria invece solo l’1,1% dei dipendenti (0,8% nell’industria manifatturiera e 2,4% in quella edile) ha un contratto di apprendistato. Infine solo l’apprendistato maschile - e solo in alcuni settori (agricoltura, alberghiero, industria manifatturiera ed edile) - riesce a incrementare o a mantenere un’importanza simile a 10 anni fa.













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