Cassa di risparmio, il piano di Calabrò per il risanamento

«Tenuta dei ricavi, riduzioni dei costi e migliorare i servizi» Il patrimonio Sparim ammonta a 309 milioni di euro


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Per Nicola Calabrò, quella dell’altro ieri è stata la prima assemblea di Carispa da direttore generale e amministratore delegato «a tempo pieno», perché l’anno precedente vi partecipò appena nominato. Suo il compito di rimettere in sesto la Cassa di risparmio. Naturalmente a stretto contatto con il cda. «Partendo dal nuovo piano industriale, l’anno scorso abbiamo intrapreso una serie di misure per disegnare il futuro della nostra banca. Tra l’altro abbiamo riordinato le attività creditizie, modificato l’assetto organizzativo e reimpostato le attività commerciali. I risultati raggiunti nell’esercizio 2015 si confermano oltre le aspettative», sottolinea Calabrò. Quest’ultimo, in particolare, sottolinea «l’incremento dei ricavi da servizi, che rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni» ed evidenzia, grazie alla performance di Risparmio gestito ed assicurativo, «il miglior risultato annuale finora raggiunto dalla Cassa di risparmio in questo specifico ambito». Il futuro? «Il percorso di risanamento prosegue. Per l’anno in corso ci siamo posti l’obiettivo di far scendere in misura decisa la percentuale di crediti deteriorati, cedendo una parte dei crediti in sofferenza, per poter guardare al futuro con maggiore serenità».

Nato a Bolzano nel 1966 Calabrò ha sviluppato la sua esperienza professionale quasi interamente all’interno del Gruppo Intesa San Paolo entrandovi nel 1987. Nel 2011 la nomina a direttore generale di Banca di Trento e Bolzano, mentre è del luglio 2013 la direzione di Azienda energetica. Poi il passaggio a Carispa. «L’obiettivo è la tenuta dei ricavi e la riduzione dei costi, con il margine di interesse che si è dimezzato per tutte le banche, così che l’imperativo è ampliare e migliorare i servizi, quello che stiamo facendo e che continueremo a fare con alcune novità. A breve ci sarà la possibilità di assicurare le auto grazie ad un accordo con Zurich», sottolinea Calabrò.

L’obiettivo è poi quello di siglare un accordo con i sindacati entro il mese appena iniziato. «La trattativa è in corso, ricordo che dalla fine 2014 160 dipendenti sono usciti dalla banca, con 8-9 milioni di euro su base annua di risparmio su un totale di 90 milioni di euro di spese per il personale», ancora il direttore generale. Scesi i costi operativi: dai 152 milioni del 2013 ai 147 del 2015. Si agirà sul numero delle filiali - come stanno facendo tutte le banche - in modo che dalle 140 dei «tempi d’oro» si passi alle 120 a fine piano.

Piccoli azionisti. Se il 66% circa della banca è in mano alla Fondazione, Carispa conta qualcosa come 26.300 piccoli azionisti, che hanno in carico mediamente 8.500 euro in azioni a testa. Un’azione che ha un prezzo di riferimento di 12,5 euro, con le transazioni sul mercato che avvengono a 10,63 euro per singola azione. Queste ultime sono crollate negli ultimi anni di valore come più volte scritto. Così che i «piccoli» sono rimasti basiti. E lo sono tutt’ora, anche in questa fase di inversione di rotta della banca. Come Vittorino Veronese. «Voglio soffermarmi sulle indagini in corso da parte dei carabinieri del Ros, della Consob, e della Banca d’Italia, sulle eventuali responsabilità degli ex amministratori, che ancora non sono stati sanzionati», spiega Veronese, che chiude: «In tutta questa storia, alla fine ci hanno rimesso solo i piccoli risparmiatori».

Sparim Spa. È anche grazie agli immobili che il gruppo Carispa ha chiuso in attivo il 2015. La società Sparim Spa, controllata al 100% dalla banca, è attiva nella gestione/valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare (circa 309 milioni di euro) e nella fornitura di servizi property management e facility management. Il bilancio 2015 evidenzia un utile netto della società pari a 16,75 milioni di euro.

Il 2016. Se il 2015 ha coinciso con l’inizio della ripresa rispetto al trend negativo dei due esercizi precedenti, il 2016 dovrebbe rappresentare, anche grazie al completamento della realizzazione e dell’attuazione di alcune delle misure contenute nel Piano industriale 2015-2019, meglio dettagliate nel Piano operativo 2016-2017, l’anno del definitivo e stabile ritorno all’utile.













Altre notizie

Attualità