Cassa di risparmio, la protesta dei piccoli

Critiche per il calo del valore delle azioni. Via libera al bilancio 2014 e ad un acconto da 120 milioni per l’aumento di capitale


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Specchio dei tempi. Cinque ore di assemblea per dare il via libera al bilancio 2014, alle variazioni statutarie (leggasi delega al cda sull’aumento di capitale) e alle due «new entry» nel consiglio d’amministrazione. Tanti gli interventi critici dei piccoli azionisti (forte diminuzione del valore della singola azione) e voti contrari o astensioni, soprattutto sul tema capitale sociale. Lontano il rito assembleare della Cassa di risparmio che con alzata di mano approvava tutto in un batter d’occhio. Altri tempi: bilanci solidi e azioni anche a 350 euro l’una. Oggi valgono 125 euro. Perché? Rispecchiano il valore della società. Comunque alla fine tutto approvato: non poteva essere altrimenti, visto che il socio di maggioranza, la Fondazione con il 66,02% del capitale sociale, era d’accordo. Via libera al bilancio 2014 che si è chiuso in rosso per 231 milioni di euro, alla delega sull’aumento di capitale (intorno ai 270 milioni di euro) e alle nomine nel cda. Hanno lasciato Heinrich Dorfer e Andreas Sanoner. Al loro posto Sieglinde Fink e Klaus Vanzi.

Ma andiamo per ordine. All’assemblea di ieri a Bolzano l’Auditorium Haydn è strapieno: sono presenti 714 azionisti. Tutti occupati i posti a sedere, molti anche in piedi. Parte Gerhard Brandstätter. «Voglio fare un discorso col cuore per un anno molto difficile», afferma il presidente del cda. Chiede comprensione agli azionisti e fiducia per il futuro. Ricorda i controlli dell’ultimo anno da parte di Consob e Bankitalia, i criteri di accantonamento diventati più severi, i crediti deteriorati che hanno inciso fortemente sul bilancio, Ma rilancia anche con il piano strategico, l’aspetto «sociale» della banca verso i propri dipendenti - «nessuno è stato licenziato» - un futuro in cui si dovranno offrire più servizi, contatti con Casse di risparmio a nord del Brennero e a sud di Borghetto, i responsabili delle 9 zone in cui è stato suddiviso il territorio dove opera la banca. «Gli accantonamenti fatti per oltre 340 milioni di euro daranno i loro frutti», ancora Brandstätter. Ricorda come fino al 2013 non si fosse a conoscenza della triste realtà, sottolinea il carattere territoriale della banca - «non finirà in mani esterne» - facendo paralleli con Banca Popolare dell’Alto Adige e mondo Raiffeisen. Poi rilancia e dà la buona notizia. «Proprio questa mattina il ministero ha dato il via libera ai primi 120 milioni deliberati dalla Fondazione per l’aumento di capitale», così il presidente del cda. Ed ancora: «Anche le vostre azioni torneranno a salire di valore». Un acconto dalla Fondazione che parteciperà all’aumento di capitale in percentuale sulla sua quota di azioni. «Siamo pronti a ripartire», dicono all’unisono Brandstätter ed il suo vice Carlo Costa.

L’aumento di capitale verrà portato a compimento per fine estate - inizio autunno. Resta l’amaro in bocca e la protesta dei piccoli azionisti uscita in modo chiaro dall’assemblea di ieri, con 47 contrari e 42 astenuti sul totale dei 714 presenti in assemblea sul punto dell’aumento di capitale. Ma anche nelle parole di Alexander Pichler, dell’associazione dei piccoli azionisti. L’altro «sindacato» dei piccoli, guidato da Carmelo Cutrupi, «si augura che si volti pagina, l’obiettivo deve essere quello di tornare a quota 250 euro come valore di ogni azione». «Il traguardo è la redditività della banca», conclude Nicola Calabrò, direttore generale e da ieri anche amministratore delegato.

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