Cle, cassa integrazione in arrivo per 50 dipendenti

D’Aurelio (Uil): «Sarà a rotazione e durerà tre mesi, che sono prorogabili» Sarà costituita una «newco» con i creditori per sbloccare la situazione a Milano


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Maurizio D’Aurelio, segretario provinciale del settore edilizia e legno della Uil, si è detto d’accordo - assieme ai colleghi della Cisl e della Cgil - alla messa in Cassa integrazione a rotazione (ordinaria per tre mesi, rinnovabili per altri tre) per i dipendenti della Cle, l’impresa di costruzioni che sta attraversando un momento delicato a causa della mancanza di liquidità per un affare «congelato» da tempo in Lombardia. «Non so quanti giorni ci vorranno - sottolinea D’Aurelio - ma la richiesta dell’azienda per la Cig è partita dopo l’assemblea dei giorni scorsi con i lavoratori».

I cantieri, tanto a Casanova (il lotto «C» con 82 alloggi) quanto nella zona di espansione Druso Ovest (una ventina di alloggi della Legacoopbund), sono fermi. Ma ci sono buone speranze che la situazione possa sbloccarsi in un lasso di tempo ragionevolmente breve. «A Casanova e a Druso Ovest - continua D’Aurelio - ora c’è la necessità di proseguire con lavori che necessitano l’intervento di aziende specializzate. Cle non dispone di operai con queste caratteristiche e pertanto è giustificata la richiesta di ricorrere alla cassa integrazione. Va da sè che l’azienda di viale Druso farà tutto il possibile, nei prossimi mesi, per eseguire in proprio tutte le lavorazioni per le quali dispone del personale necessario. Il ricorso ai subappalti è previsto solo dove serve».

Il portafoglio clienti della Cle, sottolinea D’Aurelio, è ancora importante in provincia e questo può rassicurare - almeno in parte - i dipendenti. «Riprenderà a breve anche il cantiere di Pontives. Così come c’è la piena intenzione di finire i cantieri a Bolzano».

Per il lotto «C» di Casanova slitterà peraltro, giocoforza, la data di consegna. Ora si parla del febbraio 2017 e non più dell’autunno 2016, come era stato inizialmente preventivato. A fine gennaio ci sarà, in ogni caso, una nuova assemblea dei soci. Secondo D’Aurelio è importante che i creditori della Cle, o meglio gran parte di essi, si siano detti disponibili l’altra sera (nel corso di un’assemblea in via Gutenberg) a costituire una «newco» per rilevare le quote del socio dimissionario nell’affare di Milano per poter incassare gli 8-9 milioni di euro attesi da mesi. «Ci sono tutti i presupposti per tornare alla normalità o quasi».

Ad auspicarlo è anche Michele Buonerba, segretario provinciale della Cisl. «Non conosco nel dettaglio i conti della Cle, ma posso dire che è uno dei Consorzi più importanti del settore edile in Alto Adige. È nato oltre 40 anni fa su iniziativa dei lavoratori. È evidente che l’operazione di Milano non abbia giovato ai conti. Parte della responsabilità della crisi dell’edilizia nel suo complesso è della Provincia che nei primi anni del Duemila ha favorito la realizzazione di immobili residenziali e produttivi, molti dei quali oggi sono ancora vuoti. È stata creata una bolla speculativa».

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