Direzione Iveco, in «pole» c’è l’ingegner Chiettini

Originario di Laives, lavora da sei anni ad Ulm nella divisione mezzi antincendio L’ufficializzazione della nomina è attesa per le prossime settimane



BOLZANO. È tornato a Bolzano dopo sei anni passati ad Ulm in Germania ed ora Alfonso Chiettini è in pole position per diventare direttore dello stabilimento Iveco al posto di Giulio Barberis (Chief operations officer) che dal 2011 cura tutta la parte operativa: la nomina dovrebbe essere ufficializzata a metà gennaio.

Cinquantaquattro anni, ingegnere residente a Laives, sposato con Silvana Menapace, segretaria particolare del sindaco Liliana Di Fede, ha costruito una brillante carriera all’interno dello stabilimento Iveco di via Volta a Bolzano, dove ha lavorato fino al 2008 quando si è trasferito ad Ulm in Germania: è qui che il gruppo ha uno degli stabilimenti che fa parte della divisione specializzata nella produzione di mezzi antincendio.

A Chiettini spetterà il compito di guidare un’azienda che ricopre una grossa importanza per Bolzano sia a livello occupazionale che nel settore della ricerca. Nel 1985 c'era il rischio concreto che lasciasse il capoluogo, poi la scelta, risultata vincente, di puntare su camion e blindati. Lo stabilimento ex Lancia, specializzato nella progettazione e nella produzione di veicoli militari, negli ultimi anni è diventato uno dei gioielli hi-tech del made in Italy e vende i suoi veicoli - dall'ormai famoso Lince all’ Lmv - in tutto il mondo.

Una rivoluzione che Pietro Borgo, l’ingegnere bolzanino oggi manager in Germania che per oltre vent’anni ha guidato l’azienda di via Volta facendole raggiungere importanti traguardi, descriveva così: «Da fabbrica con produzione in serie Italia-dipendente siamo diventati un'azienda di prodotti complessi operante su uno scenario internazionale».

L’Iveco, che dà lavoro a 800 dipendenti, ha un importante centro di progettazione - i mezzi vengono testati su una pista, realizzata da poco, accanto al Safety Park di Vadena e costata tre milioni di euro - e investe in ricerca e sviluppo circa 30 milioni di euro all’anno. Proprio la messa a punto di nuovi veicoli, in grado di garantire la massima sicurezza ai militari, ha consentito all’azienda di superare gli anni di crisi, puntando sull’export. Ricerca e innovazione sono destinati a diventare ancora più importanti adesso che più di un Paese sta tagliando le spese militari. (a.m)













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