Edilizia, la green economy per uscire dalla crisi

Il segretario Parrichini: «Il rilancio passa dalla riqualificazione degli edifici» In aumento gli apprendisti (da 584 a 697) ma continua il calo delle ore lavorate


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «I casi della Estfeller a Ora e della Rubner a Bressanone, dove ci sono stati pesanti tagli agli organici, sono solo gli ultimi di una lunga serie»: a parlare è Stefano Parrichini della Fillea/Cgil, che ieri è stato confermato segretario generale e ha illustrato la sua ricetta per cercare di far almeno intravedere la luce in fondo al tunnel agli addetti del settore edile. Per quanto attiene gli infortuni e i (pochi) controlli ha attaccato anche la Provincia, rea di «aver tolto preziose risorse dal bilancio per l’attività di controllo con pesanti conseguenze su tutto il comparto».

Green economy. Parrichini ha indicato la strada da imboccare in attesa della ripresa che anche in Alto Adige tarda ad arrivare. Al centro del suo intervento c’è la riqualificazione degli edifici, come opportunità di occupazione, ma anche come modalità di sviluppo ecosostenibile del territorio. «Potremmo partire dal patrimonio pubblico, con un vantaggio non solo in termini di risparmio energetico ma anche dell’ambiente, visto che si ridurrebbero così le immissioni di Co2. Da una recente stima si è calcolato che a Bolzano, se si risanassero le abitazioni prese in esame, adeguandole allo standard Casa Clima B, si risparmierebbe fino al 75% di energia in un anno, con una riduzione delle emissioni di circa 17 ktonn».

L’appello. Vista l’annosa carenza di ispettori Parrichini si è appellato alle forze dell’ordine per assicurare maggiori controlli. «Chiediamo che gli uffici del lavoro diventino parte attiva nel processo di ripresa occupazionale. Se la Provincia non dovesse fornire un contributo adeguato chiediamo l’aiuto di polizia, finanza e carabinieri, ciascuno nel proprio campo».

L’edilizia in cifre. Dal 2007 il numero dei lavoratori iscritti alla Cassa Edile di Bolzano, è diminuito da 18.119 a 13.355. Sempre dal 2007 il numero delle imprese è sceso del 20,43% e il numero dei lavoratori del 26,29%. È aumentato invece il numero degli apprendisti, passati da 584 a 697, mentre le ore lavorate, sono diminuite passando dalle 13.719.316 del 2012 alle 13.382.742 del 2013. Le imprese sono scese da 1.830 a 1.768. Le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate dall’Inps dall’agosto 2013 al gennaio 2014 sono calate invece del 14%, a fronte però di un aumento dei disoccupati.

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