Gli albergatori premono per l’aeroporto

Il presidente Pinzger: «Lo scalo di San Giacomo serve al settore turistico altoatesino per rimanere competitivo»


di Renato Brianti


BOLZANO. Oltre 400 gli intervenuti all’assemblea annuale dell’Unione albergatori e pubblici esercenti (Hgv) organizzata all’aeroporto di Bolzano. Molte anche le autorità presenti nel parterre, dal presidente della Provincia Arno Kompatscher, al senatore Zeller, a Stefan Pan per gli industriali, Michl Ebner presidente della Camera di Commercio. Othmar Michaeler, padrone di casa e presidente dell’Abd apre l’assemblea con una visione prospettica: «Futuro significa raggiungibilità, speriamo che gli altoatesini capiscano quanto importante questa struttura può diventare per l’economia di tutta la provincia ma soprattutto per le prossime generazioni».

«Per il turismo e per le imprese i collegamenti internazionali - conclude Michaeler - saranno l’unica risorsa per restare competitivi». «Vogliamo essere raggiungibili, mobili e aperti al mondo - inizia così Manfred Pinzger, presidente Hgv - pensare in modo positivo e agire in modo positivo per costruire assieme il futuro dell’Alto Adige. L’aeroporto deve diventare competitivo e noi, e tutto il mondo economico, sosterremo la crescita di questa struttura. La crisi dei profughi crea instabilità e il turista che vuole viaggiare lo farà soltanto verso destinazioni sicure e veloci».

Un consuntivo del passato: «L’imposta sul turismo è diventata volontaria e anche all’Ici è stato messo un tetto. Buono anche l’aumento dell’uso del contante portato a 3.000 euro che facilita molti turisti. Un ringraziamento all’operato dei nostri politici a Roma anche per gli sgravi fiscali che adesso raggiungono le imprese stagionali che nel nostro settore sono moltissime». Chi capisce che l’argomento è contrastante è il presidente della Provincia Arno Kompatscher: «So che ci sono interessi diversi in gioco, e sono espressi con molta emotività; in questa sfida vedo una sorta di contrapposizione fra “ricchi favorevoli e poveri contrari” ma è una visione sbagliata e la giunta ha deciso questo referendum proprio per capire i diversi pensieri, ma mettendo in chiaro limiti e obiettivi dell’impegno provinciale». «L’aeroporto è la tessera di un mosaico che deve integrare tutta la nostra mobilità - conclude Kompatscher - e nella quale l’auto sarà sempre meno importante».

Il direttore dell’Hgv Thomas Burger ha insistito sulla necessità di essere raggiungibili: è necessario confrontarsi con gli altri aeroporti dell’arco alpino che sono nati nelle stesse condizioni dello scalo bolzanino e che nel tempo hanno portato prosperità e occupazione. E proprio su questo argomento è nato il dibattito pomeridiano che ha coinvolto, oltre a Burger, anche responsabili di altri aeroporti internazionali oltralpe: Ralf Schmid per l’aeroporto di Memmingen, Alessandro Sozzi per quello di Lugano e Gregor Hoch per gli albergatori austriaci.

Il messaggio che ne esce è quello dello sviluppo che un aeroporto sotto controllo regionale porta a tutto il contesto, un volano per la localizzazione delle imprese e dei prodotti. «La similitudine con quello di Lugano è evidente - spiega Sozzi, chief executive di Lugano - abbiamo 10 voli giornalieri, come i vostri previsti, e Lugano è una città molto più piccola di 60.000 abitanti. Lo stesso tipo di pista e anche noi abbiamo avuto contrasti all’inizio. Adesso però fatturiamo 100 milioni di franchi, abbiamo 400 dipendenti senza contare l’indotto per le imprese satelliti».

«Le registrazioni del rumore aereo poi - conclude Sozzi - sono grandemente inferiori a quelle dell’autostrada e dei treni in prossimità delle stazioni». «Il 40% dei nostri turisti - termina Gregor Hoch - arriva con l’aereo e resta almeno per una settimana, spendendo in media di più degli altri, hanno un potere d’acquisto maggiore e vengono da molto più lontano».













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