Gruppo Leitner, fatturato a quota 773 milioni di euro

La crescita rispetto al 2015 è stata di 50 milioni: 3.248 il numero dei collaboratori Trenta milioni di investimenti. Anton Seeber: «Nuovi mercati, serve flessibilità»


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Il 2016, primo anno della presidenza di Anton Seeber, si chiude per il gruppo Leitner con un fatturato che torna a salire sensibilmente, attestandosi a quota 773 milioni, circa 50 milioni in più rispetto all’anno precedente. Una crescita che contraddistingue anche il personale, salito a 3.248 collaboratori, mentre prosegue il trend sul fronte degli investimenti, che superano quota 30 milioni.

Con questi dati, illustrati agli oltre 400 collaboratori, riuniti presso lo stabilimento di Vipiteno - tra gli ospiti anche il presidente della Provincia Arno Kompatscher, i parlamentari Karl Zeller e Daniel Alfreider oltre ai sindaci di tutto il comprensorio - si è aperta venerdì scorso la tradizionale festa di fine anno del gruppo Leitner. A fare gli onori di casa Anton Seeber che, nel suo intervento, dopo aver sottolineato come i successi ottenuti sono il frutto di un importante lavoro di squadra, ha posto l’accento sui radicali cambiamenti che stanno investendo il mondo e sulla necessaria flessibilità che viene richiesta alle aziende, affinché sappiano adattarsi in fretta alle nuove situazioni. «È fondamentale aprirsi a nuovi mercati - così Anton Seeber - come è stato ad esempio il nostro caso lo scorso anno in Messico, Perù, Vietnam o in Cina». Proprio in quest’ultimo Paese solo 10 anni fa veniva generato appena il 2% del fatturato di gruppo, mentre nel 2016 con 90 milioni ha rappresentato un considerevole 12%. «La flessibilità è sempre più importante per noi, anche perché i mercati di oggi non saranno i mercati del domani», ancora Seeber.

Flessibilità dunque nell’aprirsi a nuovi mercati, ma contemporaneamente anche nuovi ambiti di attività: oltre alla costruzione degli impianti a fune, il gruppo si è aperto ad attività di manutenzione e gestione delle stesse funivie (come nei casi di Berlino,Pisa, Kuelap in Perù, New York, Il Cairo e diverse città dell’Algeria). Nuovi mercati, nuove attività, ma anche nuovi prodotti d’eccellenza, come la trifune inaugurata sul ghiacciaio dello Stubai, il sistema di azionamento diretto (DirectDrive) sviluppato nell’eolico, ma oramai una certezza anche nel funiviario e l’innovativo sistema di controllo con moderna visualizzazione. Prodotti in cui il gruppo Leitner ha investito ancora una volta in modo importante, così come nell’ammodernamento, ampliamento dei siti produttivi: dalla Francia dove in un anno è stato realizzato vicino ad Albertville uno stabilimento che riunirà diversi siti produttivi, ma non solo, della consociata francese Poma, all’Austria, a Telfs, dove sono stati ampliati uffici e produzione, per finire con Vipiteno, dove a fine estate si inizierà con l’ampliamento della zona industriale di Campi di Sotto. Tema quest’ultimo sottolineato anche dal governatore altoatesino, che nel suo intervento non ha potuto fare a meno di sottolineare il ruolo di preminenza del gruppo Leitner nello scenario altoatesino, manifestando grande ammirazione per la capacità dell’azienda di diversificare la propria attività non solamente dal punto di vista geografico, ma al tempo stesso anche sul fronte dei prodotti.

Come da tradizione il vicepresidente Martin Leitner ha poi illustrato con una suggestiva carrellata fotografica i grandi progetti concretizzati nel mondo durante il 2016, ricordando gli oltre 500 milioni che il settore funiviario ha fatturato lo scorso anno e sottolineando come sia in crescita (nel 2016 al 38%) la percentuale di funivie urbane e turistiche, insomma non invernali. Sempre Martin Leitner, in qualità anche di presidente di Demaclenko, ha ricordato la positiva stagione conclusasi con un fatturato di 50 milioni, e oltre 2.000 impianti (tra generatori neve e lance) venduti.

Infine a Werner Amort, presidente Prinoth, è toccato sottolineare che pur avendo lasciato alle spalle un anno difficile, le prospettive 2017 fanno ben sperare, grazie agli investimenti effettuati in ricerca e sviluppo e potendo contare sulla più ecologica flotta di battipista al mondo.













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