Il progresso tecnologico? Un’opportunità da gestire 

Il segretario generale Bentivogli: orientare il cambiamento è la sfida del futuro La rapidità dell’innovazione impone una riflessione anche in tema di contratti


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Su un punto sono tutti d’accordo. I processi innovativi che investono il mondo dell’industria sono così veloci e lo saranno sempre più, che anche a livello di contratti è necessaria una profonda riflessione. Sia da parte degli imprenditori che dei sindacati.

L’operaio metalmeccanico esiste e «resiste». Basti pensare che anche in una realtà piccola come quella altoatesino sono circa 12 mila gli operai a cui viene applicato il contratto nazionale. «Bisogna considerare il progresso tecnologico una opportunità, ma va orientato e gestito», sottolinea, ad esempio il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli, intervenuto ieri a Bolzano al convegno organizzato dalla Fim-Cisl altoatesina su «Impresa e sindacato dopo la rivoluzione metalmeccanica».

Il convegno ha affrontato con vari esperti, a un anno dalla firma del nuovo contratto collettivo metalmeccanico, le nuove sfide che attendono il settore in trasformazione. Prima fra tutte Industria 4.0, che deriva dai cambiamenti che investono il sistema produttivo industriale e il lavoro in generale, dalle sue forme agli aspetti organizzativi.

«Il mondo del lavoro cambia, dobbiamo integrare le forze, è un impegno e una sfida comune. Non dobbiamo avere paura del cambiamento, ma affrontarlo e gestirlo», evidenzia Bentivogli. Per quest’ultimo «occorre puntare sulla formazione dei lavoratori, che significa anche una maggiore competitività per le imprese, mettendo meglio in rete i vari soggetti, dalle scuole, le università, i centri formativi fino alle imprese, e sulle competenze, dove l’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi». Orientare, ma non fermare il progresso tecnologico. «Anche il sindacato, secondo Bentivogli, deve prepararsi alle trasformazioni, essere propositivo e protagonista, e rappresentare anche le nuove forme di lavoro». Presente al convegno l’ingegner Pietro Borgo, già manager all’Iveco di Bolzano ed ora componente del consiglio di sorveglianza di «Rheinmetall Spa», società germanica che opera anche nel settore dei veicoli per la difesa. Borgo ha tracciato un profilo del sistema duale vigente in Germania, che porta i giovani direttamente a contatto con la aziende ancora nel periodo degli studi. Nel corso del convegno è stato fatto anche il punto nel settore ad un anno dalla firma del contratto collettivo molto innovativo, che offre opportunità e strumenti per lo sviluppo della contrattazione decentrata e del welfare.

«Potenzialità da sviluppare, soprattutto nell’ambito della sanità integrativa, per dare servizi migliori ai lavoratori», sottolinea il segretario provinciale della Fim-Cisl Claudio Voltolini, evidenziando anche la necessità di estendere la contrattazione di secondo livello per tutelare meglio i lavoratori e per riposizionarsi in relazione alle nuove esigenze di rappresentanza e bisogni rispetto a industria 4.0. «Per gestire i cambiamenti si dovrebbe puntare anche su relazioni sindacali partecipative tra aziende e lavoratori», chiude Voltolini. Presente al dibattito, via Skype, anche il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi.

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