economia

Istat, economia in frenata: Pil in calo dello 0,4% nel secondo trimestre

L'Istituto di statistica rivede in negativo le stime. L'allarme di Confesercenti Alto Adige: “Un’apertura commerciale ogni due chiusure”
LO STUDIO Barometro Ire, clima di fiducia nel settore dei servizi



BOLZANO. L'economia italiana frena più del previsto. Nel secondo trimestre del 2023 il Prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, pur mantenendo un margine positivo dello 0,4% nei confronti del secondo trimestre dell'anno scorso.

Il dato è stato renso noto dall'Istat, che ha rivisto al ribasso la stima preliminare diffusa lo scorso il 31 luglio  che prevedeva una riduzione congiunturale dello 0,3% e una crescita tendenziale dello 0,6%.

Alla luce dei nuovi dati è stata rivista al ribasso anche la variazione acquisita per l'intero anno che passa dal +0,8% stimato a fine luglio al +0,7% diffuso oggi dall'Istat. La flessione del Pil è stata determinata dalla soprattutto dalla domanda interna, che ha sottratto all'economia 0,7 punti.

Dati che allarmano anche a livello provinciale: "Il Pil sta frenando più del previsto e va inevitabilmente ad incidere sulla frenata dei consumi"  commenta Confesercenti Alto Adige. 

Una frenata sempre più evidente. "I nostri studi nazionali – spiega la presidente Elena Bonaldi – evidenziano una stima plausibile di crescita del Pil nazionale pari allo 0,7% per l’anno in corso: purtroppo alcune previsioni entusiastiche si sono rivelate meno aderenti alla realtà”. Un dato che appare più in linea con il clima di fiducia che si registra tra le imprese, anche altoatesine. “L’IRE della Camera di Commercio ci aggiorna puntualmente sul sentiment degli imprenditori locali e i dati appena pubblicati aggiungono ulteriori dettagli. Il Pil legato ai consumi continua a registrare risultati negativi e questo non può che preoccupare. Il quadro è quello di un crollo nelle nascite di imprese nel commercio con una media di una sola apertura ogni due chiusure nei primi sei mesi dell’anno. Non solo, l’erosione del potere d’acquisto continua e per l’inflazione si prevede un andamento al rialzo”.

Le contromisure. “Ci vogliono interventi immediati e decisi a partire proprio dai consumi. Bisogna puntare su misure che possano far ripartire la spesa delle famiglie. Potrebbe essere utile la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime: sarebbe un impulso importante per la crescita di domanda interna. Senza dimenticare la necessità di accelerare a tutti i livelli le procedure di spesa dei fondi del PNRR che sono fondamentali per la crescita ed il rilancio della nostra economia su vasta scala” conclude Bonaldi.













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