Kiem: «Le sanzioni russe colpiscono tutti»

Il console onorario: ma non è stata Mosca a volerle, confido nell’opera di mediazione dell’Italia



BOLZANO. Il console onorario della Russia a Bolzano afferma che le sanzioni non sono state una scelta di Mosca. «Le rispettive sanzioni tra l’Occidente e la Russia, non sono state volute da Mosca. Ma le ultime sanzioni imposte dalla Russia, colpiscono direttamente anche la nostra provincia», sottolinea Bernhard Kiem.

«Certamente speriamo, che il semestre con presidenza italiana nell’Unione europea possa contribuire positivamente ad allentare questo vortice negativo di sanzioni, che comunque sono temporalmente limitate. La Russia ha lasciato una porta aperta, per rivedere le sanzioni, e dipenderà dai partner della Ue, non solo in rapporto alla situazione dell’Ucraina, ma anche in relazione al comportamento nei confronti di South Stream ed altre tematiche, che sono sul tavolo di discussione», ancora il console onorario.

«Le sanzioni sono controproduttive, questo la Russia lo ha detto fin dall’inizio e sono come un “boomerang”, che colpisce chi è stato il primo a lanciarlo. Per la nostra regione del Trentino - Alto Adige queste sanzioni significano una perdita di dozzine e dozzine di milioni di fatturato, creato in anni di lavoro con grossi impegni reciproci», spiega Kiem.

La Russia collabora da decenni positivamente e produttivamente con la nostra regione, ed entrambi non vogliono perdere queste opportunità di collaborazione, che è stata creata con un lungo e duro lavoro. Proprio per questo motivo, spero che l’autunno porti consiglio e l’Italia, partner primario di collaborazione commerciale con la Russia, possa nuovamente, fidandosi della Russia, intervenire presso la Unione europea», evidenzia il console. Per quest’ultimo «solo in questo caso possiamo sperare, che le nostre splendide mele, i nostri latticini e non per ultimo il nostro speck, possano nuovamente essere commercializzati in Russia».

Occorre aggiungere all’appello del console onorario anche il fattto che attualmente l’embargo russo riguarda solo i prodotti agroalimentari: una fetta ridotta dell’export altoatesino verso la Russia.













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