Kraler: arte e moda binomio glamour

Da Dobbiaco a Cortina le boutique simbolo del lusso, nate dal gusto e dall’estro di Daniela e Franz



BOLZANO. Ama tutti gli sport, la moda, l'arte, la musica Daniela Kraler. Intorno a lei ruota la vita glamour di Cortina, ma anche quella culturale. Ha creato e ristrutturato il multi brand luxury di Cortina e ha creato dal nulla quello di Dobbiaco. Il marchio è Franz Kraler, il nome del marito, ma tutti sanno che accanto a lui c'è sempre la dinamica Daniela. Lunghi capelli biondi, occhi allegri, Daniela Olivieri è veronese ed è diventata altoatesina doc quando ha sposato Franz Kraler. «Ero in ferie a Dobbiaco, nel 1984, con la mia famiglia. Durante la messa ho stretto la mano per dare il segno della pace a un bel ragazzo che sedeva dietro di me. Dopo la Messa lui si è fermato a parlare con noi, anche se non ci conosceva, ma era molto sicuro di sè». Daniela, già da piccola era dinamite pura, e probabilmente anche questo lato del suo carattere ha fatto innamorare Franz: lui è serio, riflessivo, anche un po' timido, lei vivacissima e piena di interessi. «Da piccola facevo tutti gli sport possibili: sci, fondo, andavo a cavallo e facevo anche gare a ostacoli. E poi ballavo. E ho amato la musica, tanto che mi sono iscritta anche al Conservatorio di Verona: studiavo flauto e chitarra classica. Ancora adesso faccio tutto con la musica: lavoro, vendo e compro, allestisco i negozi. E poi amavo e amo tuttora l'arte. Mi ero anche iscritta alla Scuola d'Arte. Adesso cerco di coniugare sempre l'arte con la moda, non solo nei modelli che vendo, ma anche nei negozi e nelle vetrine. La moda è arte».

Pur facendo tutte queste cose, amava molto studiare, soprattutto le lingue straniere, anche se poi all'Università ha scelto economia. Il suo primo lavoro è stato come interprete alla direzione generale della Banca Popolare di Verona. Poi ha conosciuto Franz Kraler.

Amava la moda anche prima di conoscere Franz Kraler. E’ stato quasi naturale per lei, aprire il suo negozio a Dobbiaco chiamato con il nome del figlio, Alexander’s. «Ho iniziato aprendo una stock house in centro», ricorda. Poi ha visto il castello di Dobbiaco se ne è innamorata perdutamente. «Era la dependance della residenza sudtirolese di Francesco Giuseppe. Ho capito subito che era un luogo magico». Così lei e Franz hanno pensato di trasformarlo in una delle più belle boutique d’Europa, un gioiello d'architettura eco-sostenibile, concepita per la comodità dei clienti, dei loro bambini, dei loro cani e dei loro cavalli, con oltre cinquanta vetrine, una luminosa nursery, schermi 3D, un caldo angolo lettura con un caminetto in pietra acceso con vista da tutti i lati sul prato circostante, la lounge con il bar avvolto in una lucida spirale bianca di Fibonacci, e ancora l'antica stube. Fuori c’è anche la sbarra alla quale legare i cavalli, casomai qualcuno volesse andare a fare shopping sul suo purosangue. Dentro una vip room, con tanto di coaching personale e entrata privata, per i clienti che non vogliono farsi vedere come i ricchi arabi o gli attori e cantanti famosi.













Altre notizie

Attualità