La manifattura «tira» ma Pan e sindacati chiedono sgravi Irap

Il presidente di Assoimprenditori: per mantenere le aziende competitive serve anche un prezzo dell’energia più basso


di Maurizio Dallago


BOLZANO. La manifattura va meglio di altri comparti economici altoatesini. Lo dimostrano anche i dati della Camera di commercio (Ire) usciti ieri in tema di redditività. Il settore manifatturiero comprende tutte le attività connesse con la produzione di beni, come ad esempio alimenti, tessili e abbigliamento, oggetti in legno e mobili, prodotti chimici e farmaceutici, materie plastiche, prodotti in metallo, macchinari, apparecchiature, veicoli: in Alto Adige questo comparto dà lavoro a circa 36 mila persone. L’indice di redditività del settore manifatturiero (76%) è significativamente superiore al valore medio dell’intera economia altoatesina, pari al 70 per cento. Il valore attuale rappresenta inoltre un netto miglioramento rispetto al 2013, quando solo il 65% delle imprese manifatturiere era soddisfatto della redditività conseguita. Infine, la tendenza al miglioramento è confermata anche dalle previsioni per il prossimo anno: l’82 per cento degli intervistati conta di poter conseguire redditi soddisfacenti nel 2015. «L’indice di fiducia nel settore manifatturiero è più alto rispetto alla media altoatesina soprattutto per via dell’elevata capacità di esportare delle imprese di questo settore», afferma il presidente di Assoimprenditori Alto Adige. «Affinché queste aziende continuino ad essere competitive in un contesto internazionale e a creare posti di lavoro, è fondamentale garantire le giuste condizioni attraverso la riduzione dei costi del lavoro, un costo dell’energia concorrenziale e la sburocratizzazione», ancora Stefan Pan.

Richieste avanzate anche in un documento comune di Assoimprenditori con i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Asgb e rivolto all’esecutivo altoatesino in merito al bilancio provinciale 2015. Al centro della proposta il costo del lavoro agendo sull’aliquota Irap e la politica energetica. La Provincia di Bolzano è già intervenuta sull’Irap, portando l’aliquota al 2,78% per il 2014 ed al 2,68 per cento per il 2015. Sindacati e imprenditori chiedono adesso di seguire l’esempio della vicina Provincia di Trento che, «nella propria legge di bilancio ha fissato dal 2015 al 2018 compreso le seguenti aliquote Irap: aliquota ordinaria al 2,3%, aliquota per imprese che mantengono i livelli occupazionali al 2,3 per cento e aliquota per aumenti dell’occupazione a tempo indeterminato di almeno il 5% allo 0 per cento».

Secondo Pan ed i sindacati «questa misura oltre a garantire competitività all’economia locale, incentiva l’assunzione di nuovi dipendenti, ma soprattutto promuove gli investimenti aziendali a favore dei collaboratori, perché può essere impiegata per valorizzare la contrattazione di secondo livello».

La seconda proposta riguarda la politica energetica. «In Alto Adige si deve arrivare ad un prezzo dell’energia competitivo per famiglie ed imprese: siamo convinti che a prescindere dall’assetto societario che verrà individuato per la gestione delle centrali idroelettriche altoatesine, vada innanzitutto garantito un allineamento dei costi energetici con gli altri Paesi europei», evidenziano Assoimprenditori e sindacati.

Tornando alla fotografia della manifattura in Alto Adige il presidente della Camera di commercio, Michl Ebner, sottolinea il progressivo miglioramento del clima di fiducia: «Il settore manifatturiero è una colonna portante della nostra economia e ci rende fiduciosi il fatto che le aspettative di redditività delle imprese per il 2014 e il 2015 non abbiano risentito in modo così drammatico del peggioramento della congiuntura nazionale e internazionale». Più pessimista il presidente degli artigiani Apa, Gert Lanz: «Nonostante una leggera tendenza al miglioramento, il clima di fiducia di molte imprese artigiane resta modesto. I motivi vanno ricercati nel difficile accesso al credito, nella scarsa fiducia nei punti di forza dell’artigianato, nella persistente incertezza del quadro normativo e nel blocco dei contributi alle imprese da parte della Provincia».













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