Vendemmia in Alto Adige, minore resa e più qualità

Il Consorzio vini: quantità in calo del 10-20%, ma bene gradi zuccherini e acidità. Ottime aspettative per i bianchi Chardonnay, Sauvignon e Pinot grigio



BOLZANO. Il giudizio è unanime: per vignaioli, enologi e produttori l’annata 2012 in Alto Adige è molto incoraggiante. Avendo incantinato uve sane, con buoni gradi zuccherini e un’acidità molto promettente, tutti sono convinti che il 2012 sarà un’annata ricca di buone sorprese, con risultati eccellenti per i bianchi e buone probabilità di ottenere qualità elevate anche per i rossi. L’unico neo è la resa, che è scesa dal 10 al 20 per cento sotto la media degli ultimi anni.

Vini bianchi. «Nei vigneti più precoci della provincia - ricorda Ivan Giovanett, della Cantina Castelfeder di Cortina, nella Bassa Atesina - la vendemmia è iniziata già intorno al 25 agosto», per poi proseguire in grande stile e in modo capillare nella prima settimana di settembre. «Le uve bianche siamo riusciti a raccoglierle quasi tutte prima che iniziassero le piogge a fine settembre - racconta Harald Schraffl, enologo della Cantina Nalles-Magrè - e fin dall’inizio i vini ottenuti si sono presentati assai corposi, freschi e salati al palato. Soprattutto per i vitigni Chardonnay, Gewürztraminer, Sauvignon e Pinot grigio, ci aspettiamo dei livelli qualitativi d’eccellenza». Anche Stefan Kapfinger, enologo della Cantina di Merano, è convinto che la qualità dei bianchi 2012 sia superiore alla media: «I Gewürztraminer sono estremamente fruttati, il Sauvignon spicca per le sue note aromatiche, mentre il Pinot bianco e lo Chardonnay inebriano il palato con pienezza ed eleganza». Si aggiunge al coro delle voci entusiaste anche Matthias Hauser, della Tenuta Castel Sallegg di Caldaro, che parla di «uve con un grado di maturazione ottimale, ricche di sostanze aromatiche e di acidità naturale costante». Nell’Oltradige prevale la convinzione che a propiziare queste caratteristiche positive sia stata soprattutto la prima parte della maturazione, con condizioni atmosferiche ottimali e, come negli ultimi anni, l’assenza di grandinate.

Vini rossi. «Il 2012 - afferma con soddisfazione Harald Schraffl - è un’annata eccezionale per la Schiava, e nei vigneti migliori anche per il Lagrein». Secondo Matthias Hauser, «la Schiava 2012 si distingue per le sue note di colore molto intense, i tannini morbidi e la rotondità in bocca, è un vino di ottima acidità, invitante e beverino, proprio come deve essere una Schiava tipica». Ivan Giovanett è molto soddisfatto anche del Pinot nero: «Le temperature fresche che hanno accompagnato la vendemmia hanno rinviato di qualche giorno la maturazione, e le uve incantinate produrranno vini più fruttati e di struttura più raffinata». Per il Merlot e il Cabernet bisognerà attendere ancora alcuni mesi prima di esprimere un giudizio.













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