Butterfly di Ozpetek tra melò ed eros

Al San Carlo la prima tra classicità e innovazione

NAPOLI


(ANSA) - NAPOLI, 16 APR - Un regista dei sentimenti, come Ferzan Ozpetek, non poteva che rileggere la Madama Butterfly di Giacomo Puccini con sguardo melò, occhio da cineasta e voglia di sparigliare le carte nel segno della modernità.

Ma di fatto la sua lettura dell'opera, almeno da quello che si è visto alla prova generale al Teatro San Carlo di Napoli, è rimasta, al di là della volontà trasgressiva della vigilia, nei canoni della classicità. Molti però i voli creativi in questa rappresentazione lirica diretta da Gabriele Ferro che il 16 aprile ha l'anteprima al San Carlo e che è la terza curata dal regista italo-turco. Intanto una bella scenografia minimalista, curata da Sergio Tramonti, basata su due enormi muri che limitano il villaggio dove si svolge la vicenda e poi il mare, quello che Butterfly (Evgenia Muraveva e Rebeka Lokar che si alterneranno nel ruolo di Cio-Cio-San), protagonista assoluta dell'opera, in quanto innamorata perfetta e donna in attesa per eccellenza, guarda spesso dando le spalle al pubblico.













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