La crisi

Conte alla prova del Senato, sfida con Renzi dopo i 321 sì della Camera



ROMA. Dopo i trecentoventuno voti a favore incassati alla Camera il premier Giuseppe Conte affronta oggi martedì 19 gennaio la prova più dura: quella del Senato. Conte farà il suo intervento di fronte, tra l'altro, allo “sfidante”, il senatore di Rignano Matteo Renzi.

Una fiducia piena quella incassata ieri da Conte, andata di sei voti oltre la maggioranza assoluta pari a 315 grazie ai sì di cinque deputati ex M5S, il dissidente sempre 5S Andrea Colletti e l'azzurra Renata Polverini.

Ma al Senato la partita appare più difficile: raggiungere quota 161 è al momento considerato un miraggio. Italia Viva conferma la scelta di astenersi ma alla maggioranza basterà un voto in più delle opposizioni per vincere questo round, poi si volterà pagina e sarà tutta da scrivere.

A Palazzo Madama prenderanno la parola Teresa Bellanova e lo stesso Matteo Renzi: "Non c'è stata volontà di costruire una agenda condivisa", è l'invettiva di ieri di Ettore Rosato nei confronti del premier. Il pallottoliere di Palazzo Madama continua a essere mobile: le stime oscillano tra i 154 voti a favore del governo fino a quelle più ottimistiche che prefigurano quota 158.
Ma la partita aperta con le dimissioni delle ministre Iv non finirà con il voto nelle aule parlamentari.
Intanto di riunione in riunione, il centrodestra cerca intanto di serrare i ranghi: l'Udc fa sapere non passerà al 'nemico' e l'unica via, per la coalizione guidata da Salvini, Meloni e Berlusconi, passa per le dimissioni del premier. Quello in atto, attacca Giorgia Meloni, è solo un "vergognoso mercimonio".













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