FASE 2

Coronavirus, rebus seconde case: nel nuovo Dpcm non c'è alcun accenno

Nel Dpcm del 10 aprile era specificato il divieto di raggiungere le seconde case, in quello di ieri - 26 aprile - è sparito ogni riferimento, anche negli spostamenti in Regione



ROMA. Tra i principali dubbi interpretativi del Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte nella nottata di ieri c'è quello delle seconde case. Nel testo, infatti, è sparito un divieto che, nel Dpcm del 10 aprile - che consolidava il lockdown - era scritto nero su bianco: «resta vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale comprese le seconde case utilizzate per vacanza».

Nel decreto del 10 aprile, inoltre, veniva confermato il divieto di rientro nella propria residenza o domicilio. Il «no» alle seconde case, nel Dpcm del 26 aprile, non c'è.

Nel testo si esclude qualsiasi spostamento tra Regioni diverse, se non per esigenze lavorative, motivi di assoluta urgenza o comprovate ragioni di salute o in caso di rientro alla proprio residenza/domicilio. All'interno di una Regione, invece, si fa cenno solo a spostamenti mirati ad incontrare «congiunti» (nell'interpretazione estensiva che include gli «affetti stabili») ma nulla più.

Resta, quindi, il dubbio se sia permesso, o meno, raggiungere una seconda casa all'interno della stessa Regione.













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