Sindaco Como: 'Era un'iperbole, nulla contro la Barbagia'

Ma le reazioni dimostrano che i clandestini non li vuole nessuno

MILANO


(ANSA) - MILANO, 09 AGO - "Mi dispiace che i sardi si siano offesi. Non ho nulla contro la Barbagia. Ma le reazioni alla mia proposta di mettere i clandestini in una zona sotto abitata dimostrano comunque che i clandestini non li vuole nessuno": lo ha detto all'ANSA il sindaco di Como Alessandro Rapinese dopo le polemiche suscitate dalla sua 'proposta' di trasferire gli immigrati clandestini in Barbagia, regione montuosa della Sardegna. "Ho solo pensato a una parte del Paese sotto abitata - ha aggiunto - era un'iperbole per far capire che nelle zone densamente abitate queste persone fanno disastri". L'immigrazione "va controllata e gestita, il parlamento ne prenda atto - ha continuato Rapinese - il mio territorio ha pagato prezzi altissimi, essendo terra di frontiera. Qui da noi sono noti i fatti, la cronaca purtroppo racconta spesso episodi di estrema violenza. Ci ricordiamo tutti cosa è successo con don Roberto Malgesini", ucciso da un immigrato a cui forniva aiuto a Como nel 2020. "Il mio Comune non ne può più, spendiamo 4 milioni e mezzo per l'accoglienza dei minori non accompagnati - ha proseguito - nessuno paga quanto Como. Siamo massacrati dalla gestione allegra dell'immigrazione: lo capiscano a Roma". Perché "sono tutti a bravi a parlare di accoglienza", ma il Comune di Como "dovrà reperire altri soldi per coprire un fenomeno sul quale Roma fa finta di niente". La prossima volta, ha concluso pungente il sindaco, "proporrò di trasferirli su qualche vetta di montagna a 3mila metri. O a Capalbio, località dove saranno accolti con tutti gli onori". (ANSA).













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