Caccia a super-fisionomisti, per loro un viso non ha segreti



(ANSA) - ROMA, 17 NOV - Sallie ha fatto più volte finta di non riconoscere le persone che incontrava per strada, di cui ricordava invece il volto per averle magari viste giorni prima in coda al supermercato, per non creare in loro apprensione o il timore di essere 'spiate'. Per Duncan, invece, che lavora nel settore delle risorse umane, quella di essere bravo a ricordare i volti, anche visti brevemente sul profilo di un social network, è un'abilità da sfruttare a pieno e che riscuote gradimento. Sono alcune delle storie dei super-fisionomisti, cioè coloro che appartengono al 2% della popolazione che ha una straordinaria capacità di memorizzare e ricordare i volti di persone incontrate nelle situazioni più insignificanti e in momenti fugaci, spesso molti anni prima. I ricercatori del Forensic Psychology Lab della University of New South Wales, in un articolo su Plos One, evidenziano che un Test disponibile, realizzato da loro stessi nel 2017, è lo strumento di screening perfetto per separare chi riconosce bene i volti, chi molto bene e chi in maniera eccezionale dal resto della popolazione, specie se utilizzato in combinazione con altri test come il Glasgow Face Matching Test e il Cambridge Face Memory Test.Su 31.000 persone che hanno sostenuto il test dal 2017, gli studiosi sottolineano che "nessuno ha mai ottenuto il 100%: il massimo che chiunque abbia raggiunto è del 97%". "Ciò significa - aggiungono - che la persona con le migliori capacità di riconoscimento facciale del mondo potrebbe essere ancora da qualche parte". I ricercatori sono interessati ai super-fisionomisti in primo luogo, perché più apprendono su come elaborano i volti, più possono decodificare cosa accade nel cervello quando vediamo volti sia familiari che sconosciuti.    Poi, perché governi e organizzazioni commerciali sono sempre più alla ricerca di persone con questa abilità. Dalla polizia alle agenzie di intelligence, agenzie di sicurezza, istituzioni finanziarie e persino casinò. Secondo la ricerca, "il riconoscimento facciale varia naturalmente, come fa il QI. E proprio come il QI, sembra che una gran parte di quella variazione sia geneticamente determinata". (ANSA).   









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