Una placenta in miniatura per studiare la gestosi



<p>Costruita una placenta in miniatura utilizzando cellule staminali: è un organoide che potra' aiutare a capire alcune dei problemi che possono svilupparsi durante la gravidanza, come la preeclampsia nota anche come gestosi. <a href="https://www.cell.com/cell-stem-cell/fulltext/S1934-5909(23)00443-5?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS1934590923004435%3Fshowall%3Dtrue">Descritto </a>sulla rivista Cell Stem Cell, il mini-organo in 3D e' stato ottenuto dal gruppo di Ashley Moffett, dell'Universita' di Cambridge.<br /><br />Il successo di una gravidanza dipende spesso dallo sviluppo della placenta durante le prime settimane di gestazione, una fase in cui la placenta che un ruolo di connessione tra la madre e il feto deve impiantarsi correttamente all'utero materno. "Si tratta di un processo incredibilmente difficile da studiare - ha detto Moffett - tanto che il periodo successivo all'impianto, quando la placenta si inserisce nell'endometrio, viene spesso descritto come una scatola nera dello sviluppo umano".</p> <p>Proprio per capire che cosa avviene in queste fasi, i ricercatori hanno ricreato in laboratorio una replica quasi perfetta della placenta, a partire da tessuto placentare, tanto che si registra una risposta positiva in un test di gravidanza da banco. Il nuovo modello, definito anche come organoidi del trofoblasto, ha permesso di analizzare con grande dettaglio tutto quel che avviene in occasione dell'impianto, una sorta di invasione dovuta a un'agente esterno, in questo caso il feto, in cui e' cruciale il ruolo svolto anche dal sistema immunitario che non deve impedire quella che puo' sembrare un'aggressione esterna.<br /><br />"Questa e' l'unica situazione in cui una cellula normale invade e trasforma un'arteria, e queste cellule provengono da un altro individuo, il bambino", ha detto Moffett. Un'azione resa possibile, hanno scoperto i ricercatori, anche grazie alla partecipazione di alcuni geni che regolano il flusso sanguigno e che avrebbero un ruolo nella preeclampsia. "Le donne di solito presentano la preeclampsia alla fine della gravidanza, ma per capirla davvero - ha aggiunto Moffett - per prevederla e prevenirla, dobbiamo osservare cosa accade nelle prime settimane. Utilizzando le 'mini-placente', possiamo fare proprio questo, fornendo indizi su come e perche' si verifica la preeclampsia".</p>









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