IL CORDOGLIO

Anche Nilsson piange Gino Pasqualotto: «Era una persona speciale» 

Il cordoglio dei compagni e degli avversari. Manno ricorda i bicchieri bevuti assieme, Paur le botte che si sono dati, anche l’ex presidente dell’Asiago Lievore gli rende omaggio


Marco Marangoni


BOLZANO. Lo abbiamo informato noi e lui, addolorato, ci ha subito risposto. Kent Nilsson, il numero 15 biancorosso della stagione 1987/1988, uno dei più grandi della storia dell’hockey, la leggenda dai guanti bianchi, “The Magic Man” era sbarcato a Bolzano da vincitore della Stanley Cup con gli Edmonton Oilers. «Gino era una persona speciale e un personaggio fantastico che non dimenticherò mai. Aveva un grande senso dell’umorismo anche se non parlava inglese. È stato bravissimo nel prendersi cura di noi giocatori stranieri, ci ha fatto sentire come a casa nostra. Sono triste ma mi sento fortunato di aver giocato con lui e di averlo conosciuto».

Folla al PalaOnda per il "Ciao" a Gino Pasqualotto

Al PalaOnda di Bolano è stata allestita la camera ardente per Gino Pasqualotto, la leggenda dell'Hockey Club Bolzano morto giovedì scorso a 63 anni. Numerosi gli amici e tifosi arrivati per l'ultimo saluto, tra loro anche il sindaco Renzo Caramaschi e gli ex compagni di squadra Robert Oberrauch e Lucio Topatigh. I funerali sono stati fissati per martedì prossimo alla chiesa parrocchiale di Gries. (foto Matteo Groppo)

Manno: il miglior italiano. Bob Manno (compagno di squadra): «Per me era un guerriero, il miglior difensore italiano, un grande amico, tanti bicchieri abbiamo bevuto assieme, con lui si rideva sempre. Contro Gino era difficile giocare, lui giocava duro, era un combattente, conosceva tutti. Gino aveva un orgoglio immenso e questo lo ha trasmesso ai compagni di squadra. Era un leader, era l’orgoglio di Bolzano e del Bolzano. Peccato aver giocato con lui solo due anni».

Bolzano in lutto, è morto Gino Pasqualotto

Il mito di tutti i tifosi di hockey della città si è spento questa mattina alle 5.13 all'età di 63 anni

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Martedì i funerali nell'Abbazia di Gries - Sabato la camera ardente al Palaonda

Mike Rosati (compagno di squadra): «È una tristezza infinita, sono senza parole. Lui è una leggenda e la leggenda vive per sempre. Credo, anzi sono certo, che a Bolzano tutti conoscevano Gino».

Refatti: quella sera in ritiro. Raimondo Refatti (capitano HCB): «Gino è stato un grande amico. Un aneddoto? Eravamo in ritiro con il Bolzano a Montagna. Non si poteva uscire. Una sera Gino ed io siamo usciti con la macchina della mia ragazza (oggi moglie, ndr). Abbiamo bevuto un bicchiere di troppo e Gino mi dice: “guido io”. Rientrando in albergo ci hanno fermato i carabinieri. Hanno chiesto perché Gino guidava un’auto intestata a una donna e che sarebbe stato preferibile si accomodasse sul lato passeggeri. Lui ha detto: “meglio di no” e ha proseguito a guidare: era il 1973».

Nori Gasser: era un buono.

Norbert Gasser (difensore HCB): «Quante battaglie con Gino nella stessa linea di difesa. Gino era una persona positiva, era particolare ma aveva un carattere buono. A volte discutevamo ma avevamo lo stesso obiettivo: vincere».

Mario Lievore (ex presidente Asiago): «Averne di questi uomini! Gino è stato la bandiera dell’hockey italiano, tutti lo abbiamo ammirato, tutti lo avremmo voluto nella nostra squadra. È cresciuto anche ad Asiago. Ricordo quando all’Odegar Gino è riuscito a tirare fuori il disco dalla porta: era un grande. Faceva le cose con naturalezza, un cuore enorme. Pensare che prima di conoscere Gino ho conosciuto lo zio, sacerdote nella piccola frazione di Stoccareddo di Gallio».

Paur: quante botte. Guido Paur (giocatore Gardena): «Adesso mi mancherà proprio. Gino fino a tre settimane fa veniva ogni due giorni a trovarmi qui al negozio di hockey a Bolzano. Aveva questa zona, controllava i parcheggi, parlavano del passato e intratteneva i clienti con i suoi racconti. Quante botte che ci siamo dati, giocavamo duro ma poi andavamo al bar assieme a bere una birretta. Adesso come farò senza di lui?».

Tigliani: è stato un grande. Giorgio Tigliani (portiere e compagno di squadra): «Gino è stato un grande, un personaggio, un campione, tutti gli volevano bene. Abbiamo vinto tanto assieme, scherzavamo, eravamo sempre assieme. Sarà sempre nei nostri cuori».

Mirko Ravarotto (ex radiocronista/“Ciccio porta-stecche”): «Esempio di sportivo, il popolo veniva a le partite perché giocava lui. Un mito, una persona eccezionale che aveva sempre l’espressione di un uomo felice. Questo era Gino».













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