Doping

Atleti russi fuori dai Giochi. Schwazer, Rio e poi il ritiro

Il marciatore altoatesino ha depositato la sua memoria in vista dell’arbitrato al via il 27: «Se venisse ammesso, dopo le Olimpiadi abbandonerebbe»


di Marco Marangoni


BOLZANO. La Russia dell’atletica è fuori dalle Olimpiadi di Rio. La prima importante decisione è stata presa. Domenica dovrebbe arrivare l’altra, quella del Comitato Olimpico Internazionale che decidera se ammettere almeno gli altri sport russi ai Giochi in Brasile. E mercoledì 27 inizierà l’arbitrato che potrebbe consentire la partecipazione olimpica ad Alex Schwazer.

È iniziata ieri con la decisione di escludere l’atletica russa, la settimana più lunga ed intricata della storia per Tribunale Arbitrale dello Sport e Cio. Il Tas ha respinto il ricorso di 68 atleti russi confermando la validità della sentenza della Iaaf, secondo la quale zgli atleti la cui federazione nazionale è sospesa non sono eleggibili per le competizioni sotto egida Iaaf». Come noto, lo scorso 13 novembre l’Associazione internazionale delle federazioni di atletica leggera aveva sospeso la Federazione russa a seguito dello scandalo legato alla prima relazione Wada (Dick Pound) sul doping di Stato. Niente Olimpiadi per la zarina dell’asta Elena Isinbayeva («è il funerale dell’atletica») e tanti altri campioni russi. Possibile, ma non certa, la partecipazione sotto bandiera neutra per Darya Klishina, lunghista che vive e si allena negli States e dunque lontana dalle strutture russe coinvolte nello scandalo, e Yuliya Stepanova, l’ottocentista che aveva rivelato l’intera vicenda doping.

L’uomo più veloce del mondo Usain Bolt sostiene che è una decisione che «spaventerà moltissima gente e manda un messaggio forte sul doping».

Ferma, decisa e puntuale la risposta dal Cremlino che esprime «profondo rammarico per la decisione del Tas» e sostiene che «la responsabilità collettiva difficilmente può essere accettabile. Si tratta di atleti che si stavano preparando alle Olimpiadi che non hanno a che fare con il doping, i loro test venivano prelevati regolarmente dalle agenzie antidoping straniere». Il Comitato Olimpico Internazionale ha fatto sapere che la decisione se escludere o meno l’interno sport russo «arriverà a giorni». Non è escluso che l’esecutivo del Cio demanderà la decisione alle singole federazioni come aveva fatto la Iaaf per l’atletica.

Infine, il caso Schwazer. Ieri il marciatore altoatesino, tramite i suoi legali, ha depositato al Tas la memoria d'appello in vista dell’audizione d’urgenza a lui concessa e confermata per mercoledì 27 a Losanna. Fino a ieri sera la Iaaf non aveva ancora accettato la data dell’udienza. «Qualora dovesse andare ai Giochi, Schwazer abbandonerà subito dopo l’atletica per sempre perché ne è disgustato e spaventato – ha detto demoralizzato l’allenatore Sandro Donati – Anche se dovesse ripensarci e proseguire sarò io che a quel punto gli dirò: Alex, ti seguirò e ti appoggerò in tutti i modi ma è bene che non sia più io ad allenarti perché altrimenti questa storia non avrà mai fine».

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