malgò a cortina

Cagnotto o Pellegrini: alle Olimpiadi una donna portabandiera

Il presidente del Coni a Cortina ha ribadito la sua volontà per la cerimonia. Sarà un testa a testa tra la Pellegrini e la Cagnotto con la Pennetta alla finestra


di Marco Marangoni


CORTINAD’AMPEZZO. Giovanni Malagò non si sbilancia. A specifica domanda se sarà una donna l’alfiere azzurro alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, il numero uno dello sport italiano ha risposto “molto probabile”. Da Cortina d’Ampezzo, sede delle prime Olimpiadi in Italia, oltre a rilanciare la candidatura di Roma 2024 (“noi siamo sereni, non siamo preoccupati perché non stiamo bluffando ed il Cio effettuerà comunque un suo sondaggio”, ha detto riferendosi ad un possibile referendum) e ad ufficializzare la spedizione azzurra ai Giochi invernali giovanili del mese prossimo in Norvegia, Malagò nel corso della consueta conferenza stampa al termine dei lavori di giunta, la 1042esima della storia, ha affermato che “il nome del portabandiera sarà deciso nella giunta del 27 aprile di Roma anche perché in quella data avremo il quadro completo delle persone che avranno ottenuto la qualificazione olimpica”.

Alla domanda se ci sono criteri specifici per prendere la decisione, il capo dello sport italiano ha risposto: “faremo la cosa giusta”. Giovanni Malagò al nostro giornale ha ribadito “gli ottimi rapporti tra Coni nazionale e l’Alto Adige sia sotto l’aspetto dei risultati sportivi che porta che istituzionale”. Inevitabile capire quale sarà l’atleta che farà sventolare il tricolore la sera del 5 agosto prossimo all’interno del rinnovato Maracana di Rio al cospetto dei grandi della terra. Con Federica Pellegrini la grande favorita al prestigioso riconoscimento, tra i nomi che circolano tra i membri di giunta c’è anche quello dell’altoatesina Tania Cagnotto. Possibilità, anche se la percentuale è più bassa solamente perché ad oggi non si conoscono le reali intenzioni, per Flavia Pennetta. Altri nomi all’orizzonte non se ne vedono.

Perché Pellegrini ? La nuotatrice di Spinea anzitutto è notoriamente da anni il pupillo del presidente Malagò. Altro punto a favore di Fede è che nel suo medagliere brilla l’oro olimpico di Pechino 2008 sui 200 stile libero. La Pellegrini si è recentemente espressa positivamente se dovesse ricevere la nomina. Ciò significa che la 4x100 del giorno seguente la cerimonia d’apertura non è gara da poter arricchire la sua già folta bacheca. Altro fattore che da Stoccolma 1912 (prima non si era mai sfilato) l’Italia non ha mai avuto un nuotatore (o nuotatrice) come portabandiera.

Perché Cagnotto ? La campionessa altoatesina, anche lei una prediletta da Malagò, a Rio sarà una delle atlete più longeve della spedizione azzurra (Pellegrini oltre tre anni più giovane), il giorno seguente non sarà impegnata in gare, è fresca di un titolo mondiale anche se non in una specialità olimpica (un metro) e gode di simpatia anche in ambienti internazionali. In caso di nomina, Tania sarebbe la prima altoatesina donna ed il secondo atleta del settore tuffi a portare la bandiera italiana alle Olimpiadi estive. Prima di lei, nel 1976 a Montreal, toccò al prestigioso incarico Klaus Dibiasi che all’epoca vantava già due ori ed altrettanti argenti a cinque cerchi.

Perché Pennetta ? Premesso che la fuoriclasse brindisina ha solamente annunciato il ritiro senza però ufficializzarlo e che quindi c’è ancora del tempo per prendere decisioni, la sua nomina sarebbe legata soprattutto allo storico successo del settembre scorso agli US Open. Il presidente del Coni ha comunicato che attualmente sono 132 i pass per Rio “in piena linea rispetto ai Giochi precedenti” sperando nelle qualificazioni di sport di squadra come la pallavolo femminile, la pallanuoto femminile e maschile, il basket maschile, la spada e l'arco femminile.

In apertura di conferenza stampa, alle ore 11,45, Malagò ha ricordato che alla stessa ora di 60 anni fa veniva acceso il tripode dal pattinatore di velocità Guido Caroli. E proprio Caroli, assieme a Carlo Calzà, altro pattinatore di velocità, e Bruno Alberti, sono stati i protagonisti della serata allestita dal Coni presso la Club House dello Sci Club Cortina 18, la blasonata società fondata nel 1930 da 18 studenti romani ed oggi presieduta da Andrea Reale. Commovente l’abbraccio tra Calzà e Caroli. Quest’ultimo ha simpaticamente ricordato la sua caduta con la fiaccola in mano ed i pattini calzati prima dell'accensione del tripode: “fu colpa di un cavo. Dopo le prove mi avevano garantito che sarebbe stato tolto il giorno della cerimonia. Stavo fissando il pubblico, non guardai a terra e invece il cavo c’era ancora e scivolai. Poi mi dissero che non riuscirono a toglierlo perché si era congelato”. Un significativo momento per ricordare la storia.













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