Capitan Tait lancia il Südtirol

Bolzano. Quella con il Legnago sembrava la classica partita stregata con Saturno alleato dei veronesi, la Dea Fortuna schierata apertamente dalla parte ospite e per i pagani anche la maledizione di...


Valentino Beccari


Bolzano. Quella con il Legnago sembrava la classica partita stregata con Saturno alleato dei veronesi, la Dea Fortuna schierata apertamente dalla parte ospite e per i pagani anche la maledizione di qualche sciamano. Insomma, una partita dominata con una produzione di occasioni da gol su scala industriale ma sbloccata negli ultimi dieci minuti grazie ad un gol del soldatino Fabian Tait, alla seconda rete consecutiva, la quarta della stagione che lo proiettano come bomber della squadra lui che da queste parti ha iniziato la sua avventura come terzino destro. E se da un lato c’è da rallegrasi per la vocazione al gol del centrocampista di Salorno, dall’altra c’è da preoccuparsi per la scarsa confidenza con il gol da parte di coloro che per statuto, contratto e diritto-dovere costituzionale il feeling dovrebbero avercelo, ovvero gli attaccanti. E in effetti fino ad ora la batteria offensiva del Südtirol ha raccolto davvero poco e si sa che nella letteratura calcistica antica e contemporanea non si vincono i campionati senza i gol degli attaccanti. E questo è un campionato che va vinto come andava vinto quello del 2014 perchè si gioca in condizioni assolutamente inedite che possono favorire la società altoatesina. Innanzitutto non c’è una squadra dittatrice come il Vicenza dello scorso anno, le varie società, complice la crisi finanziaria hanno contenuto il budget e l’emergenza Covid con la con seguente chiusura degli stadi favorisce un club come il Südtirol che non ha nel pubblico il dodicesimo uomo in campo e una cosa è giocare a Perugia, Cesena e Modena davanti a 10, 15 mila spettatori ed un’altra è invece affrontarla con la curva costretta a stare nel salotto di casa.

Insomma, bisogna sfruttare la situazione anche perchè la giornata si è rivelata favorevole con i pareggi di Perugia, Carpi e Ferlapi. I biancorossi di mister Stefano Vecchi conquistano il nono successo, quarto casalingo, secondo consecutivo, ottavo risultato utile di fila (5 vittorie e 3 pareggi) e consolidano la leadership con 32 punti grazie a 9 vittorie e 5 pareggi, con un solo stop, mettendo a segno 26 reti (secondo miglior attacco) e subendone 8 (miglior difesa del girone), di cui 4 vittorie e 3 pareggi nelle sette gare casalinghe fin qui disputate (10 reti segnate e 3 subite). E in attesa del posticipo di oggi tra Padova e Triestina il Südtirol si gode il primato solitario con 3 lunghezze do vantaggio sui patavani che oggi non avranno compito agevole con gli alabardati.

Certo è che saranno necessari degli intervento nel mercato di riparazione: la difesa infatti è più solida del blocco sovietico ai tempi della guerra fredda con Malomo e Curto che in linea teorica sarebbero le alternative a Vinetot e Polak ma che stanno tenendo alla grande, un portiere come Poluzzi che è una polizza assicurativa sulla vita e due esterni come Fabbri e El Kaouakibi che danno spinta e che sanno arrangiarsi anche dietro. Manca un po’ di qualità a centrocampo dove solo Casiraghi riesce ad essere eversivo ma soprattutto c’è bisogno di alzare l’asticella davanti. Matteo Rover infatti si è trovato almeno quattro volte solo davanti alla porta e in due occasioni non c’era neppure il portiere (particolare non trascurabile) ma non è mai riuscito a metterla dentro. Magnaghi è troppo statico e anche a lui mancano delle diottrie in zona gol mentre Fischnaller e Turchetta sembrano essere spariti dai radar delle scelte di mister Vecchi. Certo, c’è sempre attesa per il rientro di Odogwu, ma l’attaccante veronese-nigeriano è un peso massimo e ci metterà un po’ ad entrare in condizione dopo tre mesi di stop per infortunio.

L’importante è comunque aver vinto una partita che ad un cero punto sembrava destinata al pareggio e se anche domenica con la Virtus Verona arriveranno i tre punti, il Südtirol arriverà allo scontro diretto con la Triestina del 23 dicembre in splendide condizioni di forma e di classifica. Il Legnago non è il Real Madrid ma comunque squadra ostica ed averla battuta anche se con il minimo sindacale è un segnale per la squadra, gli avversari e anche per Saturno che forse adesso sa con chi allearsi.

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