Col nome Alpha Two il bis era un obbligo

Vana Junior lo ha «scatenato» nel finale in corsia di sorpasso


di Claudio Mantovan


MERANO. Era nell’aria, frizzante e prologo di spettacolo. Un film déjà vu come volevano i nomi dei primattori e come questa settantacinquesima edizione del Gran Premio Merano Forst prometteva. Maia non rinnega mai i suoi figlioli prediletti e l’Alpha, il Dar e Frolon il titolo di favoriti se l’erano guadagnato in pista proprio nel Gran Premio dello scorso anno. Ha rivinto l’Alpha, l’Alpha Two, two come due, come bis, come a confermare, in una corsa favolosa negli ultimi duecento metri, di possedere qualcosa in più degli attuali avversari, montato con la precisione di un farmacista da un illuminato Pepi Vana Junior.

Uno strano cavallo, quello allenato in Cekia e pronto a dare in terra italica quello che le colline dell’est Europa sanno regalargli a piene mani. Quando vede la luce della dirittura questo cavallo si trasforma, diventa una belva e aggredisce tutto e tutti dall’alto di un motore che tanto ricorda il suo nome, con con il ph ma con la f. Frolon ha tentato di negargli il sorpasso negli ultimi duecento metri, quasi a volergli sussurrare «la vittoria devi guadagnartela». Tutto inutile. Alpha Two è passato di prepotenza urlandogli all’orecchio «il più forte sono io!». Generosa la resistenza dell’allievo di Paolo Favero della scuderia Australia e addirittura commovente quella offerta da Dar Said, il cavallo che conosce una cosa sola: il palo d’arrivo. E così, in una giornata allietata dal pubblico delle grandi occasioni (10.000 spettatori) e consolata da un cielo sereno e invitante si è scritta la settantacinquesima edizione del Gran Premio Merano Forst, con al palo i tre più attesi, quelli che già avevano nobilitato l’edizione scorsa.

Non c’è stata trippa per gatti per l’attesa Kamelie (del resto una femmina prima sul traguardo del “Merano” è solo un lontano ricordo) spentasi come una candela negli ultimi massacranti duecento metri, complice anche un salto al verticale dalla traiettoria oltremodo allargata, quando la fatica indurisce le gambe e quando invece è il momento di muoverle come le pale dei mulini. Non ha resistito all’attacco dei bravi il francese Martalin, uscito comunque con l’onore delle armi nonostante l’azione che ha provocato l’uscita di scena di Fafintadenient sulla seconda diagonale, incanalato in errore di percorso. Martalin che ha chiuso con un quinto posto che tutto sommato lo gratifica, mentre non hanno saputo rispondere “presente!” né Budapest né il Demon che doveva essere Magic e che invece ha trovato nella fence il suo giustiziere.

Un “Merano Forst” che come in ogni sua edizione ha saputo regalare spettacolo ed emozioni degne della sua ineguagliabile storia. Tutto si è snocciolato con precisione cronometrica, con Martalin svelto a rubare il tempo a Fafintadenient e a insediarsi al comando delle operazioni. Comando rubatogli con decisione proprio dal cavallo montato dal giovane Davide Satalia lungo la diagonale ascendente. Null’altro da segnalare nella prima parte di gara, se non l’arresto di Veloce che onora così il suo nome, se non sino a poco prima del salto dell’oxer dove Fafintadenient come già accennato doveva alzare bandiera bianca dopo la scaramuccia col francese pilotato da Terrien.

Alla fence l’urlo della tribuna accompagnava la caduta di Demon Magic mentre metro su metro il “Merano” assumeva la sua vera fisionomia con i migliori pronti a dare battaglia. All’ultimo passaggio sul verticale, tradizionalmente decisivo per il risultato, è festa grande. Sono in sette-otto a giocarsi la vittoria racchiusi nel classico fazzoletto. Uno spettacolo nello spettacolo. Poi, lungo la curva i migliori accelerano. Kamelie deve compiere troppi metri in più dopo il verticale, saltato sbilenco, per intromettersi nel discorso importante. Martalin arriva ancora vivace sull’ultimo salto ma poi ammaina le vele. Per un attimo Frolon sembra volare verso la gloria, cercando di rubare il tempo a tutti, ma alle sue spalle si materializza l’ombra dell’Alpha mentre Dar Said le prova tutte ma gli manca qualcosa. Infine gli ultimi cento metri, nei quali il turbodiesel di Orfeo Bottura allunga di prepotenza e va a vincere il suo secondo “Merano” consecutivo. Una cosa permessa soltanto ai grandi cavalli (Trapezio, Or Jack e Sharstar insegnano) che nobilita un’edizione che difficilmente dimenticheremo.

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