Conte: «Non ci sarà pareggio»
Oggi il derby d’Italia. Il tecnico della Juventus: «Io allenare l’Inter? Mai dire mai»
MILANO. In una partita unica, l’Inter può battere chiunque: Conte avverte così la sua Juventus, memore della sconfitta dell’andata e del più recente successo netto con il Tottenham. Dunque, «chi mi conosce sa che sarà questa la partita della vita e non quella con il Bayern. Non mi fido della classifica dei nerazzurri».
Tutto chiaro, quindi: più che mai concentrati su San Siro e formazione tipo. Almeno nelle intenzioni, perchè nei fatti qualche cambio ci sarà: Vucinic è tornato dalla Nazionale con qualche linea di febbre e Chiellini sta ultimando il lavoro di recupero per i problemi a entrambe le caviglie. È anche in dubbio il titolare della fascia sinistra di centrocampo, ma questo riguarda solo scelte tecniche, cioè chi è più adatto tra Peluso, Asamoah e De Ceglie. «Il pari non serve a nessuno - aggiunge Conte - e quindi sarà una partita aperta e combattuta fino alla fine. Il nostro vantaggio in classifica potrebbe fare pensare a una gestione del match, ma noi non ne siamo capaci, rischieremmo solo di fare danni, ci verrebbe il braccino corto. Gestire non significa fare calcoli: ragioniamo di partita in partita e poi vedremo. Ho vinto scudetti in rimonta e ne ho persi rimontato, so bene che cosa significhino certe situazioni. Ho parlato alla squadra: abbiamo sei partite in 21 giorni e sappiamo che sono tutte decisive. La Champions? È un sogno e si sa che i sogni hanno una percentuale bassa di realizzazione. Noi vogliamo comunque bissare lo scudetto, il che sarebbe già un obiettivo straordinario».
Clima pasquale quando gli si ricorda la polemica con Cassano: «Sono parentesi aperte e chiuse, lo stimo, è un grandissimo campione. Lasciamo perdere queste fesserie e torniamo al calcio giocato». Stima anche per altri due grandi campioni, Totti e Zanetti: «Faccio gli auguri a Francesco, uno spot per il nostro calcio. Zanetti mi sarebbe piaciuto allenarlo, sicuramente toglierei lui all’Inter». Meno pasquale e più crudamente realistica la risposta su un suo eventuale futuro nell’Inter: «Sono un professionista e anche per me vale il “mai dire maI”. Sono un tifoso della Juventus, ma se allenassi il Milan o l’Inter diventerei tifoso di quelle squadre, cioè darei tutto per farle vincere».