Da Ritsch e la Ladurner agli anni d’oro di Obrist L’Alto Adige va di corsa

Bolzano. La corsa è stata da sempre una frontiera di successo per gli atleti altoatesini. Si è partiti dalle corse aziendali, vedasi quella storica delle Acciaierie Valbruna di Bolzano diventata poi...



Bolzano. La corsa è stata da sempre una frontiera di successo per gli atleti altoatesini. Si è partiti dalle corse aziendali, vedasi quella storica delle Acciaierie Valbruna di Bolzano diventata poi la Maratonina d’Autunno (ora dismessa), per arrivare alle corse di paese, vedasi il sempre partecipato circuito dei Dorflauf. Sempre più ad occupare le domeniche d’estate anche la corsa in montagna.

La ‘regina’ delle corse su strada è l’intramontabile Corsa di San Silvestro del 31 dicembre a Bolzano che negli anni, per adeguarsi all’internazionalità dell’evento, è diventata BoClassic.

Il patrimonio della corsa in Alto Adige è soprattutto dato dagli atleti. Una storia quella del settore mezzofondo, veloce o prolungato, che ha radici lontane. C’erano una volta Toni Ritsch, campione italiano di maratona nel 1970, Sergio Mezzanato e Carlo Papa nelle gare su strada, e Claudio Peron sui 1500. Gli anni ‘90 sono stati quelli del boom dei terribili ragazzi dell’Lgs Raiffeisen capitanato da Christian Leuprecht.

Gli anni 2000 sono stati segnati dall’impegno in maglia azzurra e in manifestazioni internazionali di diversi mezzofondisti di spessore.

Oggi il settore in Alto Adige paga il mancato ricambio generazione.

Sabine, la più longeva.

È stata Sabine Ladurner, meranese, la prima ad indossare la maglia azzurra.

Due le occasioni, entrambe nel cross, nel 1979 ai Mondiali in Irlanda e l’anno successo a Parigi. Sabine, classe 1960, ha dominato il mezzofondo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 e i suoi crono sono ancora oggi tra i migliori in Alto Adige (9’07”0 sui 3000, 34’49”31 sui 10.000 e 2 ore 48’06 in maratona).

I terribili dell’Lgs.

Gli anni ‘90 sono stati caratterizzati dal forte gruppo di mezzofondisti dell’Lgs Raiffeisen. I primi furono Franz Spiess capace nel 1982 di correre i 5000 in 13’43”25 e Albert Rungger che nel 1980 chiuse i 10.000 in 28’53”25 (secondo tempo alltime provinciale).

L’atleta più rappresentativo di quella “nidiata” è stato, però, Christian Leuprecht. Il bolzanino allenato da Hans Pircher si è presentato al grande pubblico dopo l’oro sui 10.000 metri agli Europei juniores del 1989 di Varazdin. I primi anni ‘90 per Leuprecht sono stati quelli dell’exploit, 7’51”53 sui 3000, il fenomenale 13’29”97 sui 5000 nel giugno del 1992 a Roma e l’altrettanto eccellente 27”48”07 sui 10.000 (la sua gara) nel giugno del 1991 al meeting di Hengelo. Del gruppo da citare anche specialisti delle distanze lunghe quali, Manfred Premstaller, Christian Jocher, Armin Mayr (è primatista provinciale di maratona con 2h15'20), Harald Neumaier, Josef Knapp e il più giovane Wilhelm Innerhofer.

Al femminile erano gli anni di Elisabeth Moser e delle gemelle Rauch, Christa e soprattutto Helga. Verso fine anni ‘90 hanno contraddistinto il mezzofondo biancorosso anche il pusterese Reinhard Harasser e il vipitenese Eduard Lahner entrambi capaci di 3’45” sui 1500.

Gli anni d’oro.

Gli anni 2000 hanno registrato tra le vallate altoatesine una sfornata di grandi campioni. Christian Obrist è stato senza dubbio il miglior interprete dei 1500 metri in Italia per circa un decennio.

Il forte atleta brissinese, unico a raggiungere una finale olimpica, quella di Pechino 2008 (undicesimo), ha iscritto il suo nome nelle liste all-time grazie al 3’35”32. Accadde il 9 settembre del 2007 a oltre cinque anni di distanza da quel 3’35”74 corso nella gara under 23 del meeting di Zurigo. Obrist ha indossato 25 volte la maglia azzurra. Non da meno è stata Silvia Weissteiner, più medagliata di Obrist e con 40 presenze in azzurro e due partecipaziooni olimpiche.

La “gazzella di Casateia” è stata protagonista della finale dei 5000 metri ai Mondiali di Berlino nel 2009 conclusa al settimo posto che l’ha vista risultare la prima non africana. Sulla pista dell’Olympiastadion della capitale tedesca nel 2007 fermò i crono su 15’02”65, suo primato personale. La medaglia più importante di Silvia fu il bronzo agli Euroindoor del 2007 a Birmingham (8'44”81). Ormai al tramonto della carriera la Weissteiner tentò la via della maratona ma il suo ottimo crono di 2 ore 32’35 (primato provinciale) a Torino nel 2015 restò l’ultimo sigillo.

Altre due mezzofondiste di buoni livello sono state Renate Rungger, primatista provinciale dei 1500 con 4’12”29 ed Agnes Tschurtschenthaler che per alcuni anni si cimentò con successo anche sulle siepi.

Il mezzofondo veloce altoatesino ha visto altri due protagonisti, entrambi pusteresi, Lukas Riffesser e Christian Neunhäuserer rispettivamente capaci di 1’45”88 sul doppio giro di pista e 3’40”37 sui 1500. Sugli 800, Alexia Oberstolz si è tolta diverse soddisfazioni anche con la nazionale.

Mezzofondo bolzanino.

Il movimento bolzanino ha avuto in Antonio Antoniazzi e Nicola Loccisano, entrambi della Nuova Atletica Alto Adige, due buoni rappresentanti del mezzofondo prolungato dei 3000 siepi. Antoniazzi, allenato da compianto Claudio Tait, era riuscito a restare sotto il muro dei 9’ (8’57”03). Negli ultimi 15 anni è stata l’Athletic Club ‘96 di Bolzano il sodalizio di raccolta dei big internazionali del mezzofondo anche perché il loro utilizzo era funzionale al Campionato di società assoluto poi vinto nel giugno del 2019. Tra i tanti che hanno indossato la canottierina bianca con il logo rosso e azzurro, il senegalese Abdoulaye Wagne, olimpionico a Pechino nel 2008, forte di un personale di 1’45”65, secondo crono di sempre di un tesserato per una società altoatesina (o altoatesino) dopo l’1’45”34 Gilbert Kipchoge, altro “bolzanino di passaggio”. Ottimo atleta, dal talento non completamente espresso, è stato anche il vigevanese di origini marocchine, Soufiane Elkounia che ha corso i 3000 siepi in 8’37”78. Uno degli atleti sicuramente più stimati dell’Athletic Club, e attualmente uno dei punti di forza, è Abdessalam Machmach competitivo dai 400 ai 1500 con quel fresco 1’48”07 di personale sugli 800 che risale all’agosto dello scorso anno. Aveva lasciato il segno anche David Chemweno ma oggi il gioiellino si chiama Albert Chemutai, nazionale ugandese.













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