Eagles: Evelyn e Wally dopo il 10º scudetto puntano sulle giovani


Antonella Mattioli


 BOLZANO. Sei mesi fa è nato Elija, un bimbo paffutto che dalla mamma ha preso sicuramente l'azzurro degli occhi: al Palaghiaccio il giorno della vittoria del decimo scudetto delle «Eagles» (hanno sconfitto il Torino) c'era anche lui assieme alla mamma, Evelyn Bazzanella (35 anni bolzanina), a festeggiare. Assente dal febbraio del 2011, quella che è stata la capitana storica della squadra bolzanina di hockey femminile, ha ricominciato ad allenarsi a gennaio.  «Ho giocato le ultime tre partite - racconta -: avevo una gran voglia di tornare ad allenarmi e a giocare assieme alle mie compagne. Anche se il primo allenamento è stato durissimo. Comunque, intendiamoci, il mio rientro non è stato certo determinante ai fini del risultato, ma probabilmente è stato importante dal punto di vista psicologico e per quanto riguarda l'esperienza visto che gioco da quando a Bolzano è iniziata l'avventura dell'hockey femminile».  Era il 1991, allora Evelyn aveva 15 anni. Alle spalle lezioni di ginnastica artistica e pattinaggio artistico: due discipline che hanno parecchi elementi in comune, ma la giovane bolzanina preferiva la prima. Il pattinaggio artistico però le ha insegnato ad essere veloce e agile sul ghiaccio. Caratteristiche indispensabili per un' hockeista. «Ho imparato ad amare l'hockey da bambina, seguendo mio padre Robert e Arno, il mio gemello, che giocavano entrambi. Quando mio padre ha saputo che a Bolzano volevano creare una squadra femminile mi ha subito iscritta». I primi allenamenti alla vecchia Fiera di via Roma, poi al Palaonda, oggi alla Sill. «All'inizio è stato difficile anche perché non era vista di buon occhio la nascita di una squadra femminile: l'hockey - per la mentalità di allora - era uno sport maschio. Inaccettabile che si aprisse alle donne». La storia ha dato ragione a chi ha creduto in quel progetto e oggi le Eagles fanno parte dell'Ev Bozen. Di pochi giorni fa la notizia della conquista del decimo scudetto da parte della squadra bolzanina e la partecipazione, questa settimana, ai mondiali di Hull in Inghilterra. A conferma del fatto che la squadra c'è e ha una gran voglia di crescere.  «Abbiamo attraversato - spiega Evelyn Bazzanella - anni di difficili, perché dopo le Olimpiadi di Torino del 2006 non c'erano più i soldi per sostenere le squadre femminili. La Federazione faceva il minimo indispensabile solo per garantire la sopravvivenza. Anche il campionato si era ridotto a tre squadre. Adesso però, il periodo buio sembra ormai alle spalle. Ci sono un paio di persone che stanno lavorando per creare un vivaio».  Una di queste è Waltraud Kaser, 31 anni, attuale capitano delle Eagles. Originaria di Vandoies, fa la spola tra Bressanone dove abita, Bolzano dove lavora all'Ipes e si allena alla Sill, Innsbruck dove studia alla facoltà di architettura. Come Evelyn Bazzanella ha alle spalle 10 scudetti, 8 mondiali, un Olimpiade.  Anche lei ha ereditato la passione da suo fratello Arnold. Come responsabile del settore giovanile vorrebbe trasmettere alle giovani generazioni tutto quello che di buono l'hockey le ha insegnato. Per questo il 22 aprile ad Egna ha organizzato una selezione alla quale parteciperà una cinquantina di ragazzine di Alto Adige, Trentino, Bellunese e Piemonte.  «Questa - assicura Kaser - è una disciplina appassionante e, al tempo stesso, molto educativa. Richiede grande rigore con se stessi e, al tempo stesso, capacità di lavorare in gruppo. In squadra abbiamo ragazze di Caldaro, Merano, Bressanone, Dobbiaco, Pinzolo e Bergamo». Gli allenamenti sono tre in settimana, ma per chi arriva da lontano si riducono a uno più la partita. Le giocatrici che vengono da Dobbiaco fanno i tour de torce: partono alle tre del pomeriggio col pullman e prendono il treno a Bressanone per venire ad allenamento a Bolzano. Quando tornano a casa è ormai notte fonda. Al mattino c'è la scuola e la sveglia suona presto.  Sia Evelyn Bazzanella che Waltraud Kaser contano di giocare ancora a lungo nelle Eagles. «Anche se - dice l'ex capitana - la prossima stagione eviterò le trasferte lontane, perché con un bimbo non posso più permettermi di stare via troppo».  Anche quando smetterà di giocare Bazzanella vorrebbe restare legata a questo mondo. «Io sono fisioterapista e lavoro in uno studio di ortopedici, in futuro mi piacerebbe diventare fisioterapista di una squadra di hockey. Del resto è stato proprio questo sport ad indirizzarmi alla fisioterapia. Ho scoperto questo lavoro vedendo un fisioterapista all'opera: ero una ragazzina e mi ha affascinata. È stato allora che ho deciso cosa avrei fatto da grande». Guarda il video su WWW.ALTOADIGE.IT













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