di STEFANO TAMBURINI

Son regole di gomma, o almeno così sembrano, quelle legate agli pneumatici di Formula 1. Ognuno tira verso la propria convenienza e l’estrema elasticità – dietro al concetto di sicurezza si mascherano interessi di bottega – finisce col creare più di un’incognita. Quando gli equilibri sono così sottili diventa infatti altissimo il rischio di rovesciare le gerarchie presentando – dal Canada in poi – pneumatici molto diversi dagli attuali. La Pirelli è stata costretta a prendere questa strada dopo le pressioni dei team che non sono stati capaci di sfruttare al meglio le gomme e per fortuna c’è stato il successivo richiamo della Federazione a non andare oltre alle modifiche relative alla sicurezza, altrimenti avremmo rischiato un cambio ancor più radicale. In ogni caso domenica a Monte Carlo si correrà ancora con le vecchie coperture e le velocità più basse, nonché il peso delle qualifiche dovrebbero placare almeno per un Gp i tentativi di golpe dei team che, direbbero a Roma, nun ce vonno sta’. Alla Mercedes e alla McLaren sono abbastanza cauti ma sotto sotto alla Pirelli non le stanno mandando a dire; non sono invece neanche troppo velate le minacce dei vertici Red Bull. Tutto quanto fa parte di una precisa strategia che quasi certamente non si fermerà dopo il Gp del Canada. Gli austriaci, fra l’altro, hanno bollato come scandalose le quattro soste di quasi tutti i team nel Gp di Spagna, facendo finta di dimenticare che con la stessa strategia loro avevano conquistato il podio due anni fa proprio a Barcellona e anche a Istanbul. Cosa dovrebbero dire Ferrari e Lotus – che con le attuali coperture vanno a nozze – se dal Canada in poi gli equilibri dovessero improvvisamente rovesciarsi? Il rischio figuraccia globlale è alle porte e un’altra fetta di credibilità di questo mondo un po’ fatato e un po’ viziato è fortemente a rischio.

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