atletica

Golden Gala, brilla la stella Tortu

Delude il trentino Yuri Floriani, ultimo nei 3.000 siepi


di Marco Marangoni


ROMA. C’è la stella Filippo Tortu a brillare nella notte magica del Golden Gala. Il 18enne sprinter italiano ha corso in 20”34 (nuovo primato personale) restando per appena un centesimo (un’inezia) ai piedi del podio dei 200 metri, dove sono saliti grandi campioni come il canadese, argento olimpico a Rio, Andre De Grasse (20"01), il francese Christophe Lemaitre (20”29) e l’americano Ameer Webb (20”33). Deludente la performance fornita da Yuri Floriani. L’unico atleta del Trentino Alto Adige giovedì sera presente all’Olimpico ha chiuso all’ultimo posto i 3000 siepi, sicuramente stellari per quanto concerne le prime posizioni, un po’ meno per la sfida tutta italiana che ha visto primeggiare Abdoulla Bamoussa con il nuovo primato personale di 8’22”00 che vale anche la 13esima posizione mondiale dell’anno e la seconda europea. In una gara nella quale ben 17 dei 19 atleti in gara hanno migliorato almeno il loro personale stagionale, il finanziere trentino è andato in crisi negli ultimi tre giri chiudendo in 8’39”83 («non posso essere contento, mi dispiace perché mi sentivo in forma», ha detto sconsolato Floriani).

Gara da gettare nel dimenticatoio anche per il grande favorito della vigilia, il campione olimpico di Londra 2012 e oro mondiale nelle ultime tre edizioni, Ezekiel Kemboi finito quasi al passo in 8’33”07. A far sua la gara tra barriere e riviere il campione olimpico in carica e vincitore lo scorso anno, Conselus Kipruto con il nuovo record mondiale dell’anno (8’04”63) che ha regolato il marocchino Soufiane El Bakkali (8’05”17).

Appassionanti come sempre gli 800 metri. In barba alle gazzelle africane si è imposto con una prepotente volata il polacco Adam Kszczot, che vanta gli ultimi due titoli europei e l’argento a cinque cerchi a Rio 2016. Dopo nove anni i 100 metri del meeting romano ritornano terra di conquista per l’Europa. Ad imporsi nella gara Regina è stato il britannico Chijindu Ujah in 10”02, londinese di genitori nigeriani.

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