IL NUOVO DRUSO»LA PISTA CANCELLATA

BOLZANO. L’atletica leggera, ‘Sua Maestà Regina degli sport’, nella città di Bolzano è costretta ad abdicare e lasciare la sua storica sede. Il suo futuro è anche molto incerto. Se lo stadio Druso...


di Marco Marangoni


BOLZANO. L’atletica leggera, ‘Sua Maestà Regina degli sport’, nella città di Bolzano è costretta ad abdicare e lasciare la sua storica sede. Il suo futuro è anche molto incerto. Se lo stadio Druso diventerà lo stadio per il calcio, il campo Coni riservato all’atletica dovrà essere distrutto e completamente ricostruito.Un restyling non basterebbe perché la struttura di via Santa Geltrude è completamente fuori norma.

Con una sola struttura dedicata all’atletica sarà soprattutto un problema logistico. I tesserati nel capoluogo altoatesino sono 660, quasi la metà si allenano su strada ma gli altri dove e come potranno allenarsi su pista? Impensabile ospitare al campo sportivo in una ristrettissima fascia d’orario pomeridiana tra i 250 e i 320 giovani. A Bolzano ci sono parecchi atleti, suddivisi nelle categorie, molto dotati che spiccano a livello nazionale e potrebbero essere il futuro anche dell’atletica italiana.

E prorpio dal mondo dell’atletica, come era lecito aspettarsi, è subito arrivata una levata di scudi contro il progetto di ampliamento dello stadio Druso approvato martedi in giunta comunale. Un progetto, lo ricordiamo, che amplierà i posti a sedere dello stadio a 4200 e già inviato alla Lega Pro di Prima Divisione per consentire all’Fc Alto Adige di venir regolarmente iscritto al prossimo campionato.

«Arriveremo al collasso dell’atletica leggera in città, il campo sarà impraticabile perché è impensabile ospitare tutti quei ragazzi in una sola struttura. Non so, andremo ad allenarci tra i campi. Bolzano assieme a Como sono le uniche città in Italia che hanno uno stadio di calcio in centro», afferma il presidente del Centro Sportivo Scolastico, Paolo Picin.

Alessio Fuganti, allenatore della Saf Bolzano, insegnante di scuola media e promotore del comitato “salviamo il Druso”, allarga il discorso parlando di sicurezza dei ragazzi.

«Sono curioso di vedere, specie nei periodi marzo-giugno e settembre-ottobre, come ci staremo tutti al campo Coni. Spero che nessuno s’inventi di porre delle fasce d’orario giornaliere suddivise per società. Col nuovo orario scolastico su cinque giorni ci saranno matematicamente più rientri. Ciò significa che i giovani non potranno venire ad allenarsi al campo prima delle ore 17. In due ore ci sarà un tale affollamento che sicuramente creerà delle difficoltà organizzative e di incolumità dei ragazzi stessi».

Già, proprio di incolumità. Ancora Fuganti: «Faccio due esempi. Il bambino di 10-11 anni, che non sta sempre attento, invade improvvisamente la pista per un qualsiasi motivo mentre sta sopraggiungendo un velocista oppure un ragazzino che attraversa il prato mentre si sta svolgendo un allenamento di lancio del giavellotto o disco. Speriamo non accada nulla. Poi chi ringraziamo? A fine agosto al Druso si allenavano le ragazze del basket suddivise in gruppi o le squadre di pallavolo, hockey e rugby per la preparazione atletica: adesso dove andranno?

Lei ha richiesto un preventivo di spesa per un nuovo campo di atletica, l’avete già consegnato in Comune?

«Lo sto traducendo e a breve lo consegneremo. Ripeto, al campo di via Santa Geltrude non serve un rattoppo da 50 mila euro, ma deve essere rifatto. Possono dirmi che ha l’agibilità, ma non che è omologato – prosegue Fuganti -. Ricordiamoci che il campo si chiama ‘campo scuola’ perché una volta serviva per l’educazione fisica dei ragazzi. La pedana del giavellotto è pericolosissima, la dislocazione delle pedane è errata. Il preventivo del rifacimento totale della pista ammonta a 584 mila euro con ulteriori 80 mila circa per la pedana di asta ed alto».

Contrario alla decisione presa anche Bruno Telchini, presidente dell’Athletic Club ’96 di Bolzano, sodalizio che a livello maschile assoluto è tra i più forti della penisola.

«La soluzione del campo di calcio al Druso non è buona per Bolzano e soprattutto sacrifica l’atletica. Speriamo che questo sacrificio porti in tempi rapidi alla ristrutturazione del campo Coni. Non siamo d’accordo anche se posso capire la pressione avuta dall’Alto Adige calcio per partecipare al campionato. Ma le regole imposte dalla Lega calcio non possono condizionare lo sport di una città. A Bolzano ci sono sei società che lavorano molto bene e sono parecchio attive. Voglio ricordare che in Alto Adige vive un popolo sportivamente molto evoluto sotto l’aspetto dei praticanti e non come tifoseria».

Germana Sturaro, allenatrice del Css, parla di «situazione invivibile con un solo campo». «Premetto che sono contraria al calcio anche se sono insegnate di educazione fisica. Non abbiamo una società di serie A e i giocatori non sono del vivaio altoatesino come i ragazzi che praticano l’atletica. Secondo me la pista deve rimanere anche per un motivo di suddivisione degli spazi».

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