Juve, Dybala è il vero CR7 Il Cagliari sogna l’Europa 

Dodicesima giornata. «La Joya» sostituisce Ronaldo (che la prende male...) e batte il Milan I sardi del mister trentino Rolando Maran fanno nera la Fiorentina e sono stabili in zona Champions



Torino. Il clou, ieri sera, per la dodicesima giornata della serie A calcistica, era una sfida classica, Juventus - Milan, la sfida fra due società che hanno le bacheche piene di trofei. Certo, le cose non sono più tanto in equilibrio, rispetto anche solo a una quindicina d’anni fa, e la partita di ieri sera è stata anche piuttosto sottotono. Poi però, se hai un gioiello, che in argentino si dice «la Joya», è giusto che lo tiri fuori. E allora il mister juventino, Sarri, dopo 10’ della ripresa fa uscire un Ronaldo non in bianconero ma in grigio, e al suo posto, mentre CR7 la prende malissimo, bofonchia qualcosa in portoghese e va negli spogliatoi, mette Dybala, detto appunto “La Joya”, il gioiello. E ci sarà un perchè, se lo chiamano così: infatti è lui, con una giocata da accademia, a decidere la sfida e a riportare avanti, in testa alla classifica, la Juve, sostituita giusto per una giornata dall’Inter che aveva vinto l’anticipo.

Ma prima, dalle partite del pomeriggio (e dell’ora di pranzo) erano arrivate già importanti annotazioni per questo campionato. Annotazioni di conferma, anche, di bella conferma: per esempio quella relativa al Cagliari, che sente il profumo di Europa e lo annusa strapazzando un'irriconoscibile Fiorentina con una straordinaria prova di orchestra diretta dal “maestro” Nainggolan. E così si infiamma la corsa Champions. Con la Roma che, nella sfida delle ore 18, viene (nemmeno troppo a sorpresa...) bastonata con un classico 2 a 0 dai padrono di casa del Parma, che così è a soli due punti dal Napoli mentre la Roma scende al quinto posto, tiene il passo la Lazio che abbatte il Lecce 4-2, con una doppietta di Correa e il 14° sigillo di Immobile. Frena invece, dopo la bella prova infrasettimanale in Champions, un'opaca Atalanta in casa di una Sampdoria convalescente mentre la Spal recrimina contro sè stessa per il pari di Udine con un rigore sprecato da Lasagna nel recupero.

Ma torniamo alla sorpresa più bella di questo campionato, il Cagliari allenato dal mister trentino Rolando Maran. Uomo di poche parole e tanta sostanza, Maran, che ha plasmato la squadra isolana in moto ideale,. Tanto che ora, grazie al tecnico trentino, il Cagliari ci crede e lo ha dimostrato ieri con una straordinaria prova di forza, sostanza, qualità. Dopo il sacco di Bergamo così travolge pure la Fiorentina e legittima le sue aspirazioni di Europa. Per i suoi 75 anni il simbolo storico, eterno del Cagliari, il mancino favoloso, “Rombo di tuono”, Gigi Riva, non avrebbe pensato a un regalo più commovente visto che un Cagliari così forte non c'era più stato dai lontani tempi... suoi e di Cera, i tempi dello scudetto. La Viola si nasconde, si deprime e affoga di fronte a un centrocampo stellare con la qualità di Nandez, la corsa di Cigarini, la duttilità di Rog e la personalità straripante di Nainggolan, autore di un super gol e tre assist. Simeone e Joao Pedro hanno fior di occasioni e le sfruttano, di fatto non c'è mai partita: sul 5-0 i sardi tirano il fiato e una doppietta di Vlahovic indora la pillola, ma il Cagliari è una realta, la Fiorentina senza Ribery sembra smarrita.

Emozioni a grappoli all'Olimpio con la Lazio che prima fatica ad arginare un agguerrito Lecce, approssimativo in difesa ma spumeggiante davanti con Lapadula e Babacar, ma poi si distende e stravince. Luis Alberto crea l'ottavo assist per Correa, la Lazio non trova il raddoppio, ma il Lecce è pericoloso con Mancosul e pareggia con Lapadula. Milinkovic è spietato su un'incertezza di Calderoni, poi il serbo procura un rigore che Babacar si fa respingere, Lapadula è il più lesto ma il 2-2 viene annullato dal Var per l'ingresso anticipato in area. Il Lecce si deprime e la Lazio dilaga macinando occasioni a raffica: Calderoni procura un rigore e Immobile con sicurezza si porta a 14 reti, con sette gare di seguito in gol. Il sigillo lo mette Correa per la sua doppietta, poi La Mantia sigla un più equo 4-2.

L'Atalanta paga forse la super prova col Manchester City e a Genova si dimostra più simile a quella superata dal Cagliari. La Samp di Ranieri lotta con accanimento ma scarsa lucidità, gli ospiti creano occasioni con Pasalic e Toloi, poi il gol lo sfiora Jankto e l'Atalanta si ritrova in dieci per l'espulsione di Malinovski protestando per un mancato rosso a Ferrari. Alla fine, saggiamente, si concentra per evitare ulteriori guai.

Un pareggio anche tra Udinese e Spal, con gli ospiti che in recupero hanno un rigore per un mani di Sema, ma Petagna si fa ipnotizzare da Musso. Guadagnano comunque un punto che permette loro di lasciare al Brescia l'ultimo posto in classifica.

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